Esistono pochi dischi in grado di raccontare con emozionale veridicità le infinite sfaccettature dell’uomo moderno. Complimenti del genere si sono sprecati molte volte a proposito di dischi definibili “epocali”, ma Boxer, quarto album dei National, non ha nulla da invidiare ai più blasonati colleghi, tedofori di quel manifesto male di vivere che attanaglia tutti noi, chi più chi meno (Radiohead ci siete?).

Lo scorso giovedì, 9 novembre si è consumato un miracolo. Bruxelles, una delle “case” europee dei National, da sempre amatissimi in Belgio, è stata scelta dalla band statunitense come palcoscenico per la prima esecuzione integrale di Boxer, sorprendendo tutti (noi compresi, che sì, eravamo lì). Tra chi gridava alla paraculata acchiappa biglietti (la band era stata costretta ad annullare la doppia data sold out al BOZAR di Bruxelles, splendido teatro antico, a seguito della improvvisa chiamata degli Obama, che avevano scelto anche i National per chiudere lo storico primo summit del primo della Obama Foundation e di conseguenza a riprogrammarla cambiando venue e scegliendo il grande Forest National cosa che aveva scatenato commenti al limite delle minacce), e chi invece già si stava sentendo morire dentro, poco prima del concerto la band pubblicava questo messaggio eloquente.

We're excited to celebrate at the last show of our European tour in Brussels tonight! . http://bit.ly/NtlBrussels

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Tra i “litiganti” a godere è stato certamente il pubblico, che ha avuto modo di assistere ad una performance che forse mai più si ripeterà, un unicum.

Alle ore 21 in punto i National fanno il loro ingresso, pochi istanti e dal piano di Bryce Dessner tutti riconosciamo sorpresi Fake Empire. E’ chiaro: Boxer verrà proposto dall’inizio alla fine seguendo il suo ordine naturale. Scivolano così, in un vortice emozionale, assolute gemme come Start A War, Brainy, Green Gloves, il debutto per questo tour di ADA, e Racing Like a Pro, che vede Matt Berninger commentare sornione “oh man, that’s a really sad album”. E come ti crediamo.

Tra misticismo e incredulità, ci si sente in intimità con se stessi. Le storie di Boxer scorrono con piacevole naturalezza: 12 pezzi che come chiodi stabilizzano un quadro inizialmente pendente e alla fine, gli permettono di mostrarsi con orgoglio sul muro. Conclusosi con Gospel “l’incontro pugilistico”, il concerto cambia completamente marcia e viene riaperto da The System Only Dreams In Total Darkness, che ci restituisce un Berninger voglioso di contatto umano e la prima incursione tra il pubblico della serata (grazie della cantata, Matt). Il set presenta pochi brani (principalmente i singoli) di Sleep Well Beast, ultimo album, e qualche altro classicone come Bloodbuzz Ohio e Mr. November: si chiude con il bellissimo sing along di Vanderlyle Crybaby Geeks, e non potrebbe essere altrimenti.

Assistere a qualcosa che si sa già (felice di essere smentiti) essere unico, da un sapore speciale alle cose, e quindi si, siamo grati di esserci stati. Questo non è stato un altro concerto dei National, questa è stata storia, punto.

La scaletta:
Fake Empire
Mistaken For Strangers
Brainy
Squalor Victoria
Green Gloves
Slow Show
Apartment Story
Start a War
Guest Room
Racing Like a Pro
ADA
Gospel
The System Only Dreams in Total Darkness
Walk It Back
Guilty Party
Don’t Swallow The Cap
Bloodbuzz Ohio
I Need My Girl
Day I Die

Encore:
Carin at the Liquor Store
Mr. November 
Terrible Love
Vanderlyle Crybaby Geeks

Di seguito alcuni video della serata: