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I torinesi Nova Lumen (fka Lumen) sono un trio synth-pop all’attivo da diversi anni a cui siamo strettamente legati: hanno infatti pubblicato proprio con Deer Waves Records il loro secondo Ep Correnti, uscito nel gennaio 2013.

Dopo un periodo dedicato ai live, stanno per tornare, finalmente, con un nuovo lavoro: a settembre, infatti, pubblicheranno il loro primo Lp, intitolato Assurdo universo, che uscirà per Gente Bella/Costello’s.
Il disco conterrà undici tracce e noi, oggi, ve ne presentiamo in esclusiva una, Ambrosia, opening track dell’album.

Per l’occasione, abbiamo scambiato due parole con la band: abbiamo parlato del disco, di Ambrosia, esistenzialismo e galassie.
Godetevi qui l’intervista:

DW- Gli ultimi sono stati tempi di grandi cambiamenti per voi. Cambio del nome, membri nuovi e altri che invece hanno lasciato la band. Come avete vissuto queste trasformazioni?

NL – Diciamo che sono stati tutti cambiamenti necessari per poter arrivare al punto in cui siamo ora, cioè aver concluso un LP; alcune scelte sono state difficili ma non potevamo fare altrimenti. Per quanto riguarda il nome la vicenda è abbastanza divertente: avevamo sempre avuto l’idea di cambiarlo per avere qualcosa di più indicizzabile sui motori di ricerca (lumen dà 56 milioni di risultati) ma quello che alla fine ci ha davvero convinti è stata la presenza dei mitici Lumen russi, band simil Linkin Park che fa concerti da stadio in patria e che, oltre ad occupare la maggior parte dei canali di distribuzione musicale, sembrava un po’ stalkerarci mettendoci continuamente like su instagram, ma non solo, siamo anche abbastanza convinti che siano stati loro a far rimuovere i nostri pezzi da Spotify. A parte queste vicende è una cosa che avevamo intenzione di fare da tempo ed il momento migliore era sicuramente prima dell’uscita del disco.

DW – Dopo l’Ep, che avevamo felicemente pubblicato con DW Records, tornate con questo disco, “Assurdo Universo”, che uscirà per “Gente Bella” a settembre. Com’è nato? Come e quanto ci avete lavorato?

NL – Allora, più o meno la scrittura del disco ci ha tenuti occupati per tutto il 2014, e durante l’estate scorsa abbiamo completato la maggior parte dei pezzi. Alcune idee già c’erano ed altre sono poi maturate nelle nostre sessioni di composizione. Durante l’autunno abbiamo registrato e poi mixato e masterizzato al Red Carpet studio di Brescia con Lorenzo Caperchi.
Con l’anno nuovo siamo entrati in contatto con Simone di Costello’s e con i ragazzi di Gente Bella con i quali abbiamo deciso di collaborare per questa uscita.

DW – L’album parla di, cito, “Umanità, spazio, eternità e solitudine”. Cosa significano questi elementi per voi? E, soprattutto, in che modo sono entrati nel disco?

NL – Quelli che hai citato sono tutti temi che fanno parte del nostro immaginario fin dai tempi del liceo, al di là della musica. Ci ha sempre attratto l’idea dello spazio, che è questa cosa incomprensibile, gigantesca ed eterna di cui non si sa molto, rapportata alla piccolezza dell’uomo, della sua vita e dei suoi problemi. Questi confronti incredibili ci hanno sempre affascinati, anche perché in quest’ottica tutto risulta davvero un po’ inutile. Molto romantico però.
Alla luce di ciò è nata una sorta di concept album in cui questi temi ricorrono nei vari pezzi.

DW – Veniamo ad Ambrosia, il singolo che oggi presentiamo in premiere. Perché avete scelto proprio questo brano come singolo?

NL – Il motivo è che ci è sembrato il brano più rappresentativo, forse perché media tra le varie anime del disco, in cui ci sono pezzi più elettronici ed altri meno, oltre al fatto che raccoglie anche tutte le tematiche principali a cui ci siamo ispirati, citando te che ci citi, “Umanità, spazio, eternità e solitudine”. Tra l’altro di Ambrosia uscirà tra poco un video su cui abbiamo lavorato molto in questi ultimi due mesi.

DW – Conoscevo la valenza dell’Ambrosia nel contesto mitologico greco, solo recentemente ho scoperto che anche nel panorama hindu è proprio l’ambrosia a conferire l’immortalità alle divinità.
Ed è proprio l’immortalità il tema centrale del brano.
Chi è l’esistenzialista tra voi?! A parte la battuta, è un tema ampiamente affrontato in campo artistico. 
Voi, da musicisti, come vi rapportate a questa tematica?

NL – Purtroppo frequentandoci da molti anni (Tommaso e Francesco ndr.) ci siamo influenzati a vicenda tanto che i nostri discorsi vertono quasi esclusivamente su quanto sia triste morire e non poter vedere che ne sarà dell’umanità in futuro. Sicuramente ci sarà un momento, magari tra migliaia o decine di migliaia di anni, in cui l’immaginario fantascientifico attuale corrisponderà alla realtà, in cui si conquisteranno pianeti lontani e si viaggerà tra le galassie, ed è davvero un peccato pensare di essere nati in un’epoca che magari sarà ricordata come primitiva, un po’ come noi pensiamo agli Assiri insomma.
A parte gli scherzi il tema dell’immortalità ci è davvero molto caro e alla fine si può dire che tutta l’arte nasca con lo scopo di sfuggire al tempo proiettando l’uomo al di là della sua vita effettiva. Da musicisti, e semplicemente per nostro gusto, non riusciremmo a parlare di altro e sarebbe uno sforzo per noi provare a virare su temi più popolari come il calcio, la disoccupazione, la festa.

DW – Un altro brano di Assurdo Universo, “Giganti Rosse”, parla del giorno in cui il Sole smetterà di splendere, dopo aver causato la distruzione del Sistema Solare. È rassicurante come idea, da un certo punto di vista, non credete?

NL – Sempre che il famoso uomo del futuro non riesca a pompare combustibile nel sole facendolo durare in eterno. Comunque speriamo non sia così, sarebbe molto più bello immaginare che tutti gli sforzi che facciamo e che saranno fatti nel corso di lunghissimi anni vadano perduti in quell’esplosione cosmica. Chissà quante altre civiltà hanno già avuto lo stesso destino e noi non ne sapremo mai nulla.
Comunque hai spoilerato un brano dell’album!

DW – L’album è ricco di citazioni colte e riferimenti letterari: i vostri pensatori preferiti si riconoscono tra le righe dei vostri testi, ma chi sono invece i vostri punti di riferimento in campo musicale?

NL- Intanto ci fa piacere sapere che tu abbia colto le varie citazioni sparse nei testi. La questione delle influenze è sempre un po’ complessa da affrontare. Nella realtà di un gruppo la prima ispirazione, da cui poi partire per evolversi, è il proprio lavoro, ciò che si è già scritto, come i primi due Ep nel nostro caso. Si ha quindi in parte l’influenza dei gruppi che avevano ispirato i primi lavori, in parte quella dei lavori stessi ed in parte i nuovi ascolti.
Le nostre prime influenze (era il 2009/2010) andavano dagli Horrors di Primary Colours, ai Crystal Castles di I e II, al disco solista di Casablancas (quello bello, Phrazes for the Young) fino ai Future Islands di In Evening Air , che tra l’altro siamo stati davvero contenti di vedere alla ribalta in questi ultimi tempi. C’è stata tanta new wave, italiana e non, i primi Litifiba, il Battiato elettronico, gli Offlaga Disco Pax.
Poi ovvio da appassionati di musica ci si tiene comunque continuamente aggiornati, ma ci vuole tempo prima che un gruppo possa diventare una vera e propria influenza.

DW – L’importanza che date ai testi è piuttosto evidente. Chi di voi (e come) li compone?

NL (Tommaso) –  I testi li faccio io. La parte difficile è conciliare l’italiano con determinate melodie e con la ritmica, perché non è come l’inglese che sta dove lo metti. Il testo nei nostri pezzi è davvero fondamentale perché è il tramite per creare l’immaginario intorno al quale ruota tutta la band e alla fine risulta anche la parte che occupa più tempo durante la scrittura. Poi mi accorgo che, ancora di più che per la musica, l’ispirazione nei testi sia fondamentale, più si legge, più si riesce a scrivere.

DW- Sui suoni invece che tipo di lavoro fate? Quali sonorità prediligete?

NL – Dunque, noi siamo sempre stati dell’idea che una bella canzone, se è tale, sia bella più per la melodia, per gli incastri di suoni e per la ritmica, piuttosto che per la ricerca maniacale di determinati suoni. Ogni tanto ci pare che ci sia un po’ una tendenza narcisistica a ricercare suoni sempre più complessi a discapito di una reale ricerca melodica, che alla fine è la cosa più importante.
Con questo non vogliamo dire che non cerchiamo bei suoni, ma quando ne troviamo uno che ci piace lo usiamo e basta, senza farci troppi problemi.
In questo album abbiamo cercato comunque di fare un lavoro più complesso che nei precedenti EP usando, dove fosse possibile, suoni analogici sia per i synth che per le drum-machine.

DW – Consigliate un disco (e un libro, magari!) ai vostri fan!

NL- Avendolo citato prima, e visto che ultimamente sembrano essere davvero piaciuti, consigliamo In Evening Air dei Future Islands, bellissimo disco del 2010 in cui ci sono due di quelli che secondo noi sono i migliori pezzi della band (Long Flight e Walking Through that Door).
Come libro consigliamo Anni Senza Fine di Clifford Simak, tra l’altro libro prediletto di Michel Houellebecq, che è stato a sua volta un’altra nostra ispirazione per i testi di Assurdo Universo.