muse

Dopo il mal-riuscito The 2nd Law e il peggio-riuscito Drones, una cosa è parsa chiara: i Muse dovrebbero smettere di fare musica.

Tralasciando la frase di circostanza “eh dai, i primi lavori non erano male!” che tanto piace agli intenditori di musica, ciò che più preoccupa (?) è la direzione caotica e a tratti nosense intrapresa da Bellamy e soci, che pur di sembrare innovativi e/o originali hanno offerto ai propri fan dei piatti ricchi di fetenzie, che i suddetti fan hanno comunque mangiato con gusto, perché è comunque la band più figa e prog del mondo e “oh, guai a parlar male dei Muse“. Tutte le teorie di complotto e l’ombra di un potere oscuro che aleggia sugli ultimi lavori dei Muse, poi, non fanno altro che rendere il tutto ancora più ridicolo (nel senso che fa ridere, eh), a tal punto da rendere legittimo anche il sol pensiero che Beppe Grillo sia anch’egli un fan dei Muse e che di tanto in tanto si diverta a fotografare con un selfie stick le scie chimiche mentre ascolta The Globalist.

Ordunque, dopo un po’ di tempo dalla pubblicazione del succitato Drones, a parlare è stato Chris Wolstenholme, bassista della band, che durante un’intervista rilasciata a Spotify (anche loro chiaramente dei complottisti, in quanto parte del $istema) ha sostanzialmente detto che i Muse sono un po’ confusi e che potrebbero diventare una band elettronica:

Eravamo arrivati al punto dove le cose stavano diventando sempre più difficili per suonare dal vivo. Era un vero rompicapo con certe canzoni dell’ultimo album, e riuscire ad arrangiare le cose in modo da farle suonare bene dal vivo. Negli ultimi sei dischi sono emersi particolari che ci hanno allontanato dal trio rock classico, quindi ci sono state influenze classiche ed elettroniche. Credo che se ci fossimo spinti oltre saremmo diventati una band elettronica.

Non solo, Chris ha spiegato che l’incapacità di riprodurre suoni incisi su disco durante i live ha “costretto” la band a muoversi verso sonorità più semplici e dunque a partorire Drones, che però null’altro rappresenta se non un parziale e fallimentare tentativo di ritorno alle origini, nonostante un suono a tratti più semplice (più semplice ≠ migliore) rispetto a quello del precedente lavoro:

Credo che per questo disco abbiamo deciso che fosse ben più importante tornare indietro da dove avevamo cominciato e concentrarci su un solo chitarrista, un solo bassista e un solo batterista per vedere dove potessimo arrivare.

E allora mi chiedo: ragazzi, sul serio, ma perché continuare se non siete in grado di produrre nulla di nuovo? Non dico che dovete sparire per sempre, sarebbe ingiusto e cattivo. Ma almeno prendetevi qualche anno di pausa come hanno fatto un sacco di band prima di voi, riflettete su quello che volete fare davvero nelle vostre vite, datevi una sistemata, create un progetto.

Eddai, su.