LOS ANGELES, CA - AUGUST 30: Singer Justin Bieber attends the 2015 MTV Video Music Awards at Microsoft Theater on August 30, 2015 in Los Angeles, California. (Photo by Jason Merritt/Getty Images)

Con 17 canzoni piazzate contemporaneamente nella classifica statunitense stilata ogni anno da Billboard, Justin Bieber ci manda a dire che le classifiche non significano più un cazzo. Il successo dell’ultimo album del cantante pop canadese, Purpose, la cui credibilità ha spiazzato anche noi spingendoci a spiegarne i probabili perché in una recensione, non spiega tuttavia una simile scalata tra i grandi della musica di sempre.

Ormai è accaduto e bisogna prenderne coscienza: Justin Bieber ha superato i primi leggendari detentori del titolo, ovvero i Beatles, che con una discografia epica e con una vita mondana nella Swingin’ London, nel 1964 vantavano 14 successi nella Billboard Hot 100.

Poi Drake, con una combinazione vincente di un po’ di roba nuova, rilasci a sorpresa, mosse casuali di marketing e limonate con Madonna (che si rivelano sempre un buon jolly), era riuscito a raggiungere lo stesso record dei Beatles a marzo e poi ad ottobre di quest’anno.

Ma Justin Bieber ha dato tutto se stesso, è anche disposto a farsi picchiarearrestare e cacciare a calci culo pur di essere sempre al centro della scena. Evidentemente si è sudato questo risultato, che vede addirittura 3 dei suoi nuovi brani nella Top Ten della classifica di Billboard – Sorry, Love Yourself e What Do You Mean?.

Ancora di più dice il record stabilito da Purpose su Spotify ad una sola settimana dal suo rilascio: 205 milioni di streaming, di cui solo 77 milioni negli Stati Uniti. Prossimo obiettivo: battere il record di vendite di dischi in UK dei One Direction (i quali ne contano 93189), ma per Bieber che ne ha venduti poco meno di 90mila si può considerare già fatto.