Negli ultimi mesi diverse band si sono presentate circondate da un alone di mistero: è il caso di gruppi come IS TROPICAL e WU LYF che, tra bandane, blog e poche info svelate, sono riusciti a creare hype attorno a sè.
Oggi è il momento di una band particolarissima: due anni fa si presentarono silenziosamente con un EP stratosferico dal titolo “Some Reptilles Grew Wings” e pochissimi live qua e là per l’Inghilterra, per poi scomparire nel nulla più totale.
Sono gli Egyptian Hip Hop e abbiamo qui Aldous (pseudonimo che usa sempre più spesso), frontman della band che ci presenta anche Misc.Disc, suo album da solista prodotto dalla Enfer Records.

DW: Qual è stato il tuo primo approccio con la musica?
EHH: Mi sono accorto quasi subito che la musica era qualcosa cui mi sarei appassionato subito; all’inizio passavo tantissimo tempo cantando le canzoni dei miei album preferiti, o semplicemente quelle dei cd che trovavo a casa. Poi ho cominciato a registrare in maniera abbastanza rozza canzoni scritte da me, con basi di chitarra inventate sul momento. Usavo un 4Track regalatomi dai miei per i 14 anni. Ecco, questa è più o meno la mia situazione ancora oggi.

DW: Com’è nato il fenomeno Egyptian Hip Hop?
EHH: All’inizio era solo un’occasione di svago senza alcuna seria prospettiva futura, anche se il nostro impegno è sempre stato massimo e usavamo tutta la nostra creatività e inventiva. Il nome scelto, poi, secondo me spiega perfettamente tutto: non facciamo assolutamente hip hop egiziano, ma siamo liberi allo stesso tempo di far tutto. Pensandoci, potremmo anche fare hip hop egiziano e cavarcela, forse.

DW:  Quali band e artisti vi hanno ispirato? Come definiresti la vostra musica?
EHH:
 Le ispirazioni cambiano sempre e variano da genere a genere; penso esista proprio qualcosa nella musica, qualche elemento che riesce ad attrarmi sempre in maniera morbosa. Prendo soprattutto ispirazione dal mondo della musica pop, basandomi sul cantautorato e richiamando le atmosfere serene dei set dei Beatles. Per me è una sfida veramente interessante cercare di suscitare un’emozione in uno sconosciuto, intrigarlo e vedere fino a dove puoi arrivare, senza fallire o desistere prima, restando coerenti. Proprio ciò ha caratterizzato la produzione del mio ultimo lavoro, Misc.Disc (prodotto dalla Enfer Records): è stato sicuramente, per ora, il più grosso “esperimento” musicale: cercavo di buttare quanto più velocemente le mie idee in una “macchina”, che fosse un synth o una drum machine. Era fondamentale per me che il prodotto restasse fresco e dinamico come le idee appena partorite.
Parlando nello specifico di artisti influenti, i più importanti son stati quelli che, paradossalmente, hanno allo stesso momento contribuito a rafforzare e distruggere la nostra visione delle cose: parlo di King Crimson, Japan, YMO, Earth, Lucky Dragons, Oneohtrix Point Never, The Knife e un sacco di musica africana.
Invece, la mia personalissima lista di artisti che mi hanno portato a Misc.Disc è questa: Paul Mccartney, R Stevie Moore, XTC, Ariel Pink, Superstar & Star, Soft Hair, Column, Weird Era, Temple Songs e tanti tanti altri.

DW: Perchè durante i live il batterista indossa sempre maschere di animali?
EHH: Questa è una domanda divertente, come la risposta. Non c’è assolutamente alcuna volontà di essere enigmatici o misteriosi,  la verità è solo che i batteristi spesso si concentrano in maniera totale e gli sforzi causano espressioni facciali piuttosto buffe. Ecco, lui se ne vergogna tanto, gli causa imbarazzo sapere di far quelle facce. Anche se, ormai, non le porta più e anche le espressioni buffe son scomparse.

DW: Come mai tutto questo tempo trascorso tra Ep/singoli e l’album?
EHH:
 All’inizio purtroppo non pensavamo così accuratamente al nostro futuro. La decisione di fare un Ep è stata presa in maniera abbastanza superficiale, infatti non rispecchia quasi per niente la nostra musica e i nostri suoni tipici. Quindi, per l’album abbiamo voluto impegnarci tanto e fare tutto con la massima serietà, sapendo che è la prova del nove per ogni band.

DW: Vi aspettavate questo successo?
EHH: È piuttosto pazzesco pensare che ancora oggi qualcuno ascolta e ama la nostra musica.

DW: Mettiamo da parte gli EHH per un attimo, parliamo solo di te e del tuo progetto da solista. Come e perchè hai cominciato a lavorare da solo?
EHH: Completato l’album per gli EHH, ci siamo ritrovati tutti con tantissimo tempo da ammazzare. Così, ho pensato bene di comporre qualcosa da solo. Oltre a Misc.Disc, ho composto altri due album quest’anno. Tra l’altro, pensavo di mettere Misc.Disc su Internet, da qualche parte, e che sarebbe finito nel dimenticatoio presto. All’ultimo momento Simon (Milner, frontman degli Is Tropical e tra i proprietari della Enfer Records) mi ha proposto di metterlo su vinile e ho apprezzato subito tanto l’idea.

DW: Parlaci proprio di questa esperienza con la Enfer. Avete altri progetti futuri?
EHH: Loro sono davvero grandi, si sono comportati benissimo con me. Quest’anno sono stato sempre occupatissimo e non ho nemmeno avuto così tanto tempo per promuovere Misc.Disc, eppure loro sono sempre stati tranquillissimi e disponibilissimi con me. Se la cosa va e funziona, penso non ci sia proprio alcun problema a lavorare assieme anche in futuro.

DW: Super Mario o Donkey Kong?
EHH: Mario è un brav’uomo, ma penso funzionino meglio come team che separati.

DW: Lana Del Rey o M.I.A.?
EHH: Mi interessa così poco di entrambe che davvero non saprei cosa risponderti.

DW: Che ne pensi di questa epidemia di hipster?
EHH: Non sono sicuro che sia una vera e propria epidemia, ma sicuramente la maggior parte delle persone ha frainteso il concetto di hipster. Secondo me oggi l’hipster tipico è quello che si fa piacere determinate cose ed è sempre eccessivamente ironico. Cambia anche spesso idea, circa una volta ogni 5 secondi.  Fortunatamente, però, la maggior parte son belle persone.

DW: Che rapporto hai con le droghe?
EHH: In realtà penso che le persone siano costantemente alla ricerca di cose che possono essere trovate anche nella massima sobrietà. Credo anche che le persone possono imparare una cosa importante, e cioè che apprezzare le cose per come sono nella realtà vi aiuterà per tutta la vita. In generale non sono nè anti nè pro droghe.

DW: Torniamo a parlare di musica. Cosa stai ascoltando in questo periodo?
EHH: Recentemente ho scoperto di essere tanto affascinato da Todd Rundgren, vale a dire dai suoi album degli anni ’70. Clamorosamente avanti, un genio.

DW: Con quale band andresti in tour, se potessi scegliere?
EHH: Mi piacerebbe andare in tour con gli Outfit; in realtà è un discorso già piuttosto avviato, magari lo faremo a breve.
Sarebbe grandioso anche fare un tour con gli Ariel Pink’s Haunted Graffiti.

DW: È il compleanno del tuo migliore amico, gli vuoi regalare un album. Quale prendi?
EHH: Credo ‘From Langley Park to Memphis’ dei Prefab Sprout.

DW: Egyptians, ora potete dirmelo. Quanti anni avete?
EHH: Noi?? 81!

Vi lasciamo con un brano tratto dal suo ultimo album. Enjoy it!

Aldous RH – Love is inside you