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Casa del Mirto: non servono presentazioni, è uno di quei fenomeni (come, grazie a dio, tanti altri) che smentisce il tristissimo luogo comune dell’italiano medio post-cantautorato alla De Andrè che non si è mai aggiornato:”Eh la musica in Italia al giorno d’oggi fa schifo”. Caro mio, se andassi oltre Emma, Noemi, Alexia, Giovanna e Luisa, forse scopriresti delle ex-promesse, diventate ormai solide realtà, artisticamente più che valide e tecnicamente meritevolissime di stima.
I cervi hanno incontrato i tre mirti al Circolo Magnolia di Segrate (MI), in occasione del loro concerto del tre luglio con Toro y Moi.

DW: Eccoci qui ragazzi, pronti? Cominciamo subito. Qual è stato il vostro primo approccio col mondo della musica?
CdM:
Allora, singolarmente abbiamo approcci diversi, anche se condividiamo qualche esperienza: abbiamo iniziato a suonare intorno ai 14 anni, tra band, qualcuna cover e qualcuna punk.

DW: Quali band o artisti hanno ispirato Casa del Mirto?
CdM:
In realtà ce ne sono tanti: Pet Shop Boys, The Beloved, Depeche Mode (soprattutto le ultime cose), Alphaville, anche tanta roba di nicchia degli anni ’80, tipo la colonna sonora di Giorgio Moroder per Top Gun (ridono, ndr). Ci piacevano tanto anche Art of Noise ed Echo & the Bunnymen.

DW: Avete la possibilità di scegliere il gruppo che vi accompagna in tour. Chi prendete?
CdM: Eh, magari coi Depeche! Ma anche Robert Smith, a palla proprio, andremo anche a vederli a Rho i Cure.

DW: Festival preferito in cui avete suonato?
CdM:
Il MI AMI è stato sicuramente quello in cui ci siamo divertiti di più, senza dubbio.

DW: Album migliori e peggiori di questo 2k12?
CdM:
Eh peggiori ce ne sono tantissimi. Uno dei due è sicuramente quello de Lo Stato Sociale..dai non si dice il peggiore. No, il peggiore non lo diciamo, dai. Quello dei Trust ci è piaciuto. Ci piacciono tanto tanto anche Iori’s Eyes, molto superiori a tanta roba straniera, e Drink to Me.

DW: Dovete regalare un album ad un vostro amico. Quale scegliete?
CdM: Eh non abbiamo soldi! No, a parte gli scherzi, quello di un gruppo finlandese, i 22-Pisterpirkko e Third dei Portishead, anche se è un po’ vecchio.


DW: Cosa ne pensate della scena musicale italiana?
CdM: Mah, ormai si è affermato un genere tanto distante dal nostro, che segue il filone inaugurato da Le luci della centrale elettrica. È un mondo che proprio non ci appartiene nè per gusti nè per ascolti. Non è che ci faccia schifo, ma proprio non ci appartiene. Ascoltiamo soprattutto i due gruppi citati prima.

DW: Solita domanda. Come mai avete scelto questo nome?
CdM: C’è un libro che si intitola così, non l’abbiamo mai letto ma è in vendita su Amazon. Questa è la risposta del 2012 a questa domanda (ridono, ndr).

DW: Cosa ne pensate della chill-wave? Soltanto un fenomeno passeggero del biennio 2k10/11 oppure avrà un futuro solido?
CdM:
 Ha sicuramente avuto il suo corso in quel biennio, poi si è tutto un po’ evoluto in altre cose. Racchiude tanti gruppi che fanno musica diversa, e gli viene data quest’etichetta, non penso sia un vero e proprio genere.

DW: Hobby al di fuori della musica?
CdM:  Stiamo partendo un po’ coi dj-set. Non facciamo altro, musica dalla mattina alla sera. La masturbazione è compresa? A noi piace.

DW: Certo! Programmi futuri? Cosa bolle in pentola?
CdM:
Abbiamo dei lavori di registrazione e produzione con la nostra etichetta, Mashhh! Records; qualcosa ve la sveliamo, tipo quello coi Death By Pleasure che abbiamo già prodotto e a breve usciranno con un Ep. Poi con una ragazza italiana veramente brava brava, ma non si può dire altro, già ho detto troppo. Come Casa del Mirto ci butteremo sicuramente su roba nuova, tanti singoli in arrivo.

DW: Vi piace bere, no? Ecco, consigliateci un buon vino trentino.
Cdm:
Ce ne sono tanti! Allora: sicuramente il Sauvignon, il San Leonardo (che andava due-tre anni fa)….aspetta, perchè ci ricordiamo i nomi dei vini e mai quelli delle band?