confess

“Blasfemia; ribellione al sistema; formazione di una band illegale e di un’etichetta discografica che promuovono generi musicali satanici; scrittura di testi anti-religiosi, atei, politici ed anarchici; realizzazione di interviste con stazioni radio straniere e proibite”.

Queste le accuse rivolte alla band thrash-metal iraniana Confess, che hanno costretto al carcere due membri del gruppo, Nikan Siyanor Khosravi e Khosravi Arash Chemical Ilkhani, 23 e 21 anni, in isolamento da novembre dello scorso anno e rilasciati, su cauzione, il 5 febbraio. I due, ora, rischiano da sei mesi a sei anni di prigione e, se verranno giudicati colpevoli di blasfemia, perfino la condanna a morte.

Rock, rap, metal (spesso accostato al satanismo) e perfino un certo tipo di pop sono tutti generi musicali proibiti in Iran, dove è permessa la diffusione delle sole canzoni approvate dal Ministero della Cultura e della Guida Islamica.

In Pursuit of Dreams, l’ultimo album dei Confess, è uscito lo scorso ottobre per l’etichetta iraniana Opposite Record, fondata proprio dal frontman della band, Nikan Khosravi.

Una storia, quella dei Confess, che ricorda lo splendido film iraniano “I gatti persiani”, premio della giuria al Festival di Cannes del 2009 e storia di due giovani musicisti della scena underground di Teheran, usciti anch’essi di prigione, che sognano di aggirare i divieti del paese ed esibirsi in Europa.

Qui sotto potete ascoltare i Confess e, se volete saperne di più su cosa accade a chi vuole fare musica in Iran, guardare il trailer del film “I gatti persiani”.