Albert Hammond Jr. è tornato quest’anno con il suo quarto disco da solista Francis Trouble. Noto ai più come chitarrista della band americana The Strokes, da oramai un decennio ha intrapreso la carriera solista che lo ha impegnato a 360° gradi. Appassionato di motociclismo e di cinematografia ci ha raccontato in questa intervista di quanto sia importante dividere bene il proprio tempo, di ispirazioni musicali che arrivano da lontano e di come da eventi tragici della propria vita si possa trovare una grande energia creativa e positiva.

Francis Trouble il tuo ultimo album uscito a marzo di quest’anno ha preso vita da un evento molto tragico della tua vita personale (Albert ha scoperto che durante la gravidanza sua mamma ha perso al sesto mese il suo fratello gemello); tuttavia l’intero disco ha un mood e un’energia strumentale molto positiva. Dove hai trovato tutta questa creatività da un evento così doloroso della tua vita?

Credo che soprattutto per mia madre sia stato un vero e proprio turbinio di emozioni che mi auguro io non dovrò mai sperimentare nella mia vita da adulto, ma per me quando ho scoperto questa storia è stato come avere delle nuove prospettive da cui osservare, è stato come una specie di alter ego a cui dare una nascita reale, è diventata come la nascita di un super eroe, come se fosse venuto da Marte; la mia storia quindi deriva da una donna, lo stesso posto da cui arriva tutta questa forte energia, un modo poetico e romantico da cui prendere vita. L’energia arriva, e sono molto felice di questo, dal modo in cui sto vivendo al contrario la mia vita; ma l’energia del disco deriva anche dall’eccitazione di creare qualcosa se sei in grado di catturare le piccole sfumature quando le canzoni che scrivi iniziano a connettersi tra di loro, ed è quello che secondo me si prova quando si ascolta questo disco ed è una sensazione che devi provare a non perdere cerchi di capire le melodie le parole, il suono, ci sono un sacco di elementi a cui ti devi attaccare per provare a capire un oggetto energicamente instabile, quindi bisogna cercare di non perdere quel tipo di entusiasmo durante tutto quel processo.

Quando sei venuto a conoscenza di questa storia? Eri già molto grande?

Sì avevo 36 anni, è stata proprio quella la cosa più strana: l’ho scoperto prima di compiere 37 anni, l’album alla fine dura 36 minuti, tre più sei fa nove in totale, il nove è il mio compleanno, il nove è un numero che mi segue da tutta la vita, ce l’ho anche sulla la mia moto, il mio numero è il 36 quindi è una coincidenza piuttosto strana.

Se ce ne sono, 3 artisti che hanno influenzato il sound di Francis Trouble.

Potrei dire che, durante i miei primi 30 anni, ho avuto un periodo di grande confusione nel capire la musica e quello che avrei voluto fare, ero semplicemente molto confuso e ho riscoperto un nuovo amore (come lo potevo avere prima) quando ho sentito band come The Wipers, The Misfits… c’è stato questo nuovo scintillante entusiasmo nella musica con una nuova energia che mi mancava nella musica moderna, quello era il mio obiettivo di prendere quell’energia e metterla nella mia musica.

La traccia di Francis Trouble che racchiude maggiormente l’essenza del disco.

Credo che Harder Harder Harder è una canzone che ho sempre voluto scrivere, ma alla fine quallo che è successo è che Dark vs Light (DvsL) alla fine è diventata una specie di autobiografia dei miei ultimi due anni, se la ascolti bene la prendi letterlemente, è la storia degli ultimi due o tre anni; mentre Harder Harder Harder è la storia della mia vita da quando praticamente mi sono trasferito a New York, e quindi è come se aprissero e chiudessero questo album. Non credo tuttavia che ci sia emozionalmente e tecnicamente ci sia un traccia che definisce questo disco, ciò che lo definisce sono semmai l’artwork e Francis Trouble stesso, e le molteplici immagini che ne derivano, perché ogni canzone di questo disco è come una parte mobile di un quadro molto più grande, vedi, ci sono molte parti individuali al suo interno.

L’inde-rock è morto per sempre? Credi che sia un genere musicale che valga ancora molto? Ci sono artisti nuovi là fuori che possano riportare lo spirito che c’era nei primi anni duemila?

Non lo so, ho passato la mia intera vita a dire che il rock è morto  e non mi sono mai classificato sotto il genere indie; per me quel momento è iniziato quando il rock ‘n roll ha iniziato a fare i soldi; è tutta la vita che dico che le chitarre, il rock n’ roll in generale è morto, e la cosa non mi disturba affatto, anzi. Più che di un genere musicale in particolare credo che l’attenzione vada posta esclusivamente su quello che fai, sulle canzoni, in molti generi musicali le persone si scordano che tutto alla fine ruota attorno alle canzoni che fai, quindi se sta veramente morendo sarò contento di stare sulla nave quando affonderà.

Alex Turner ha dichiarato che da ragazzino se avesse dovuto immaginare una band in cui suonare avrebbe scelto senza ombra di dubbio The Strokes. Immaginati di nuovo ragazzino, in qualche band ti piacerebbe suonare?

Posso scegliere in qualsiasi periodo storico della musica? Che ne so, potrei scegliere si essere nei The Doors o cose simili? Ehm ad essere onesto ce ne sarebbero tantissimi, è una domanda troppo ipotetica; è troppo dura scegliere per me, ci sarebbero troppe scelte, forse mi sarebbe più piaciuto stare a contatto con alcuni di loro, averci a che fare, ma non essere in una band grande o piccola che sia se non ci fosse stata una reale connessione. La cosa che ho imparato da una band è che la connessione, il click e il migliorare insieme è fondamentale, quindi non potrei fare una scelta senza quel presupposto.

Sei il protagonista della maggior parte dei tuoi video, stare davanti ad una telecamera è una cosa che ti piace in particolar modo? Vedi il mondo cinematografico come un’opportunità nel futuro, magari come attore o come compositore musicale?

Per me quelle sono cose incredibili, per esempio spooky couch è un esempio di come io abbia provato ad estendermi in quel mondo; soprattutto oggi che le persone spesso in certi film non vogliono dei brani musicali grandi, ma non mi dispiacerebbe creare grossi pezzi musicali, essere creativo abbastanza per riuscire a fare entrambe le cose; e sì sicuramente stare davanti ad una telecamera è una cosa che mi piace fare senza dubbio; il motivo per cui vorrei fare film è per vedere se riuscirei effettivamente ad essere bravo anche in quello, mi piace il processo di imparare a essere bravo in qualcosa e farla bene alla fine.

La tua passione per la moda e il motociclismo ispira il tuo processo creativo?

Assolutamente sì, tantissimo; l’ho imparato grazie all’uomo a cui ho dedicato il disco e con cui ho lavorato Andrew Park, che mi ha insegnato come provare a immaginare di dividere il tuo tempo come se fosse una torta, quando sei giovane devi dividere il tuo tempo con il tuo lavoro, con una tua ipotetica fidanzata (o fidanzato), tutto da un’unica fonte; e quando ti rendi conti di doverne dare una piccola percentuale a te, al tuo lavoro, ai tuoi amici, a qualcuno a cui vuoi bene o al tuo partner ho iniziato a capire che tutte queste cose per cui non avevo tempo inizialmente dando invece tutto quel tempo alle droghe, allo stare sveglio fino a tardi, mentre ora rho tutto questo tempo che possa dividere nei mie hobby, o stare in mezzo ai miei amici, o anche stare da solo; quindi aver capito questo meccanismo mi ha fatto decisamente essere più creativo. Adoro le moto, guardo il Moto GP di continuo, qualsiasi categoria di gara; ce ne sono di tantissimi molto bravi anche in Italia, ma ovviamente mi viene da dire Valentino Rossi, è uno sportivo che è impossibile non amare.

Conosci la musica italiana? C’è qualcosa in particolare che ti piace dei nostri artisti?

Intendi musica italiana in generale? Bands? Forse ce n’è una in particolare, che magari non ti aspetteresti mai, la ascolto di continuo e mi piace tantissimo… aspetta come si chiama? E’ una canzone vecchia, la dovrei trovare nella mia playlist… (canticchia al telefono) papapa pararara papa. Cavolo non me la ricordo…

Il primo album che ti viene in mente se ti dico 2018?

(ride) hai scelto la persona sbagliata per questo genere di domande, non seguo la musica in maniera così dettagliata, da sapere cosa succede anno per anno, mi piace più che altro circondarmi di persone che mi posso ispirare.

Allora qualche artista in generale che ti è piaciuto particolarmente in questi ultimi anni, al di là del 2018?

Mi è capitato di vedere dal vivo The Yeah Yeah Yeah e i LCD Soundsystem al Hollywood Bowl, gli YYY sono stati incredibili, li conoscevo già e li amo, non conoscevo invece bene le canzoni degli LCD e alla fine dello show ho pensato fosse stato davvero fantastico, è stato un concerto davvero illuminante. Quando ero giovane e ho iniziato ad avere i primi cambiamenti, le mie ispirazioni sono avvenute sempre tramite la commedia, la musica e i film, e queste tre cose sono le stesse che continuano ad influenzarmi sino ad oggi. Essere sempre curiosi della vita è la fonte di ispirazione più grande.

Nuovi artisti da tenere sott’occhio?

Credo che quello sia compito di altre persone, io non saprei, non avrei il tempo per poter capire anche quello. Ho visto The Lemon Twigs però e li ho trovati davvero fichissimi. Per esempio recentemente la mia canzone preferita che sto ascoltando è questo brano vecchissima dei Minutemen che si chiama West Germany, ed è quello il genere che veramente mi piace al momento; oggi a volte quando accendi la radio hai l’impressione che ogni brano sia remixato in un qualche modo, ma è semplicemente il modo in cui è stato registrato; loro invece sono il tipo di musica per cui impazzisco al momento.