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Tutto quello che potevo dirvi su ATOMOS l’ho già fatto qui. Non mi pesa però ripetervi che il ritorno degli A Winged Victory For The Sullen sia stato una grandissima, luminosa, catartica sorpresa.
L’arrivo del duo sul suolo italico è davvero imminente: suoneranno infatti al Locomotiv di Bologna il 29.11.
In attesa di questa imperdibile data, e con ATOMOS in sottofondo, godetevi questa fantastica chiacchierata.


DW: Ciao Dustin, ciao Adam, ho un po’ di domande riguardo voi, la vostra musica e quel fantastico album che è ATOMOS. Grazie per il vostro tempo.

AWVFTS: Grazie mille, piacere nostro.

DW: Come nascono gli A Winged Victory For The Sullen? Suonate entrambi in delle band (Adam negli Stars Of The Lids , Dustin nei Devics, n.d.r), perché avete deciso di dare vita a un nuovo progetto? E questo nome altisonante da dove viene?

AWVFTS: È iniziato quando io (Dustin, n.d.r.) vivevo in Italia e incontrai Adam a un concerto degli Sparklehorse. A quei tempi lui suonava con loro e il nostro amico e collaboratore Francesco Donadello ci ha presentati. Non abbiamo mai avuto la reale intenzione di fare un album… è successo tutto per serendipità. Stavo lavorando al mio album solista Lumiere e chiesi ad Adam se poteva registrare qualche chitarra per me, con quel suono incredibile che ha sviluppato nel corso degli anni. Da questo primo episodio è stato subito ovvio che per far combaciare in maniera ottimale le nostre sonorità ci sarebbe voluto più spazio… così abbiamo deciso di scrivere nuovo materiale. Quello che poi è diventato il nostro primo album.

Per quanto riguarda il nome, beh Adam è un bravo scrittore… è bravo a inventarsi dei nomi e nel nostro caso è stato ispirato dalla statua greca al Louvre (la Nike di Samotracia, n.d.r). Volevamo che il nome suonasse come i colori oro e argento insieme, ma che avesse anche dell’autoironia verso noi stessi.

DW: La vostra musica è bella. Ma non nel senso banale del termine. I vostri pezzi sono pieni di bellezza, di quella Bellezza tanto agognata dagli artisti nel corso della storia. Penso che siate sempre molto vicini a quel traguardo. Da dove derivano le vostre melodie? Sono lo specchio dei vostri sentimenti, la rappresentazione del mondo attraverso le vostre idee? Percepite quella bellezza quando componete e quando suonate?

AWVFTS: È difficile dire da dove provenga la nostra musica. A volte suona mistica persino per noi stessi. Il nostro punto di partenza non coincide mai con il punto di arrivo. E a volte quando finiamo un pezzo, lo riascoltiamo, e ci chiediamo “e questo da dove arriva?”. Ma c’è una speciale alchimia tra me e Adam, di quelle che si creano solo nelle vere collaborazioni. Nessuno di noi due potrebbe fare, da solo, la musica che facciamo insieme.
Sicuramente crediamo nella Bellezza e nel trovarla in musica, quindi penso che questo traspaia…

DW: Pensate sia più facile o più difficile comunicare qualcosa senza l’ausilio delle parole? E, molto importante, cosa volete comunicare con la vostra musica?

AWVFTS: Secondo me è molto più facile comunicare qualcosa senza usare le parole. I sentimenti sono così complessi… e penso che la musica sia una di quelle forme d’arte che ci permette di trovarli.
Non c’è mai qualcosa di specifico che vogliamo dire quando scriviamo i pezzi, ci sono molte emozioni differenti nella nostra musica e lasciamo all’ascoltatore il compito di trovare le sue suggestioni personali.

DW: ATOMOS è prima di tutto la colonna sonora di una pièce di danza di Wayne McGregor. Diteci qualcosa riguardo questa collaborazione (nascita, sviluppo…).

AWVFTS: Wayne McGregor ci ha contattati dopo aver ascoltato il nostro primo album. Lo metteva come sottofondo durante il riscaldamento dei ballerini e notò che loro rispondevano positivamente. Il catalizzatore per il nostro nuovo album è stato sicuramente il suo concept per la pièce di danza incentrato sugli atomi, sulla loro formazione, sul tempo e sullo spazio e sulle relazioni che tutto questo ha sul corpo umano. Wayne è stato un ottimo collaboratore nel senso che ci ha ispirati, ma senza mai entrare nei dettagli di ciò che facevamo. Ci ha lasciati lavorare in libertà dandoci una grandissima dose di fiducia.

DW: Come è stato il processo di composizione di ATOMOS? Vi siete concentrati sulla musica o avete, allo stesso tempo, immaginato la componente visiva del ballo?

AWVFTS: Come detto Wayne ci ha ispirati. Ci ha inviato molte foto e molti vecchi video di scienze su atomi, spazio, cambiamenti di forma, rifrazione della luce, e molte metafore ed esperienze che stava ricercando. Non ci ha mai dato riferimenti musicali, il che è stato molto liberatorio e ci ha dato la possibilità di esplorare questo mondo che lui stesso voleva creassimo per conto nostro, dandogli la voce che ritenevamo fosse più opportuna.

DW: Credo comunque che ATOMOS sia incredibile anche con un paio di cuffie, senza ballerini. Fantastico, vero?

AWVFTS: Grazie mille. Abbiamo lavorato sodo con il nostro produttore Francesco Donadello per registrare il disco nel migliore dei modi, mantenendolo analogico su nastro. Siamo fan dei dischi che suonano magnificamente e speriamo che questo tenga loro testa.

DW: Il processo di scrittura e registrazione è stato differente rispetto al precedente A Winged Victory For The Sullen? E come lo gestite: reclusione in studio o gironzolate cercando ispirazione qui e là?

AWVFTS: ATOMOS è stato un’esperienza completamente diversa rispetto al nostro primo disco, innanzitutto perché lo abbiamo registrato in soli 4 mesi. Ma non sapevamo nemmeno dove questo disco ci avrebbe portati, sapevamo solo che sarebbe dovuto essere la colonna sonora per lo spettacolo di Wayne McGregor. Abbiamo lavorato insieme in entrambi i nostri studi a Berlino e a Bruxelles, ma abbiamo registrato qualcosa anche nello studio di Ben Frost a Reykjavik, in Islanda, per poi mixarlo con Francesco Donadello nel suo nuovo studio analogico a Berlino.

Il nostro processo creativo è sempre un mistero: in qualche modo andiamo a finire in posti completamente differenti da dove avevamo incominciato. L’unica differenza è che questa volta avevamo quel pizzico di ispirazione che ci aveva fornito Wayne, con questi concetti ben radicati di atomi, spazio; almeno avevamo un punto da cui iniziare.

DW: È cambiato qualcosa rispetto al 2011?

AWVFTS: Prima di ATOMOS avevamo una sola esperienza discografica sul lavorare insieme. Non abbiamo dunque un metodo di lavoro consolidato, cambia sempre. La cosa importante è che cerchiamo di sperimentare e di rendere il tutto impegnativo e coinvolgente per noi stessi.

DW: Con questo ultimo lavoro penso vi siate avvicinati un po’ di più al mondo della new-classical. Perché? Per un’esigenza di avvicinamento al mondo della danza?

AWVFTS: Non siamo molto avvezzi a tutte queste etichette, cerchiamo di non pensarci proprio. Ci sono così tante cose che ci ispirano e ci portano a fare musica: dipinti, arti visive, film, libri… Usiamo sì gli archi, ma anche droni, elettronica, ricerca sonora. Speriamo che suoni come noi, sfidando le etichette.

DW: Cosa pensate della musica ambient? Come è percepita nell’industria musicale?

AWVFTS: Penso che sia stato un importante movimento che più di ogni altra cosa si muoveva verso una liberazione del tempo. La musica può evolversi lentamente e muoversi in spazi senza forma. La pittura astratta ha probabilmente avuto lo stesso effetto nel mondo dell’arte visiva, liberandoci da forme consolidate.

DW: Come vi sentite ad essere stati tra i pochissimi fortunati artisti ad aver suonato in Boiler Room senza avere, dietro di voi, strani personaggi che ballano e posano?

AWVFTS: Siamo molto grati per questa cosa.

DW: Quali sono i dischi e le esperienze che vi hanno “formato”? Il background è un elemento fondamentale per poter fare musica?

AWVFTS: L’intera vita dà una forma al fare musica. Credo comunque che le nostre esperienze nel mondo underground, con i Devics e gli Stars Of The Lid, ci abbiano dato delle solide fondamenta su cui costruire. Sappiamo entrambi chi siamo, artisticamente, e ora si tratta solo di esplorare nuovi territori.

DW: Ci sono molti artisti che hanno iniziato dove siete voi adesso, più o meno, e che si ora si sono allontanati andando ad abbracciare nuove sonorità. Cosa vedete nel vostro futuro?

AWVFTS: Non ne abbiamo proprio idea. È tutto aperto e finché ci sentiremo spinti a creare qualcosa di nuovo continueremo a farlo, ovunque le strade ci portino.

DW: E cosa dobbiamo aspettarci dal vostro imminente show a Bologna?

AWVFTS: Mi manca tantissimo l’Italia, è stata una parte fondamentale della mia vita (Dustin, n.d.r.). Speriamo che un po’ di buoni italiani ci vengano a vedere con piacere. Io ho già programmato di mangiare i miei amati cappelleti al ragù.

DW: Grazie mille ragazzi, è stato un piacere.

AWVFTS: Grazie a voi.