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I Blaenavon sono tre ragazzini dell’Hampshire: Frank, Ben e Harris, dei ’96 o qualcosa del genere.

Più precisamente questi tre ragazzini sono di Liphook e Liss, due dei tanti paesini della regione: cittadine tranquille e noiose, lontane dal mare e circondate da campi di golf che si estendono per diverse miglia.

I teenegers lì se la spassano comunque. Pomeriggo fuori a fare skate o a casa di qualche amico a giocare con la Play Station.
La sera, ogni tanto, riescono a trovare un passaggio per andare a Brighton o in qualche città più grossa vicino.

Non possono fare tardi, devono svegliarsi presto per andare a scuola: lezioni, test, interrogazioni, rientri, il gruppetto di amici che non ha voglia di studiare, solite cose.

Qualcosa cambia, un giorno qualcuno porta in classe un NME. 2010 circa: Foals, Wild Beast e Maccabees.

ll tema del giorno non è più la verifica di storia, in classe non si parla d’altro: sulla rivista una nuova band, simboli e strani messaggi, delle croci che l’insegnante di religione non riesce proprio a decifrare.
La band sta per suonare in città ma è un concerto 16+.

Gli anni passano, i Foals stanno per rilasciare il terzo disco, qualche Blaenavon da bravo fanboy è pure finito dentro il video di My Number (2.17/2.30), la band del 16+ non esiste più. Ben Gregory (voce/chitarra), Harris McMillan (batteria) e  Frank Wright (basso) quest’anno compiono 17 anni ma ormai tutto è già cominciato.

Pochi giorni dopo il gig dei WU LYF la Play Station di Ben si rompe. Il ragazzo ha da poco finito le sue lezioni di piano, ma fuori piove quindi niente skate. Decide di chiamare il suo amico Harris che abita in fondo alla strada per jammare un po’.
Niente jazz o cover dei Foals questa volta, provano a buttare giù qualche pezzo loro.

Il progetto sembra funzionare ma non basta, non sono abbastanza fighi per vincere il talent contest della scuola. Devono chiedere aiuto a Frank, amico dalla vicina Liss, di un anno più grande.

Iniziano a registrare delle tracce, rilasciano tutti i pezzi via Bandcamp in un album free download. Locali e case discografiche cercano subito di contattarli ma loro sono già impegnati in studio o in qualche tour, in realtà sono solo a rientro.
L’hype esplode in pochissimi mesi, una mattina prima di andare a scuola passano a comprare l’NME. Arrivano in classe sfogliano le pagine e scoprono di essere sulla rivista.

I Blaenavon sono 3 giovani musicisti, ragazzini che hanno deciso di mettersi a suonare un po’ perchè gli riesce bene, e un po’ per finire su qualche rivista da portare a scuola.
Poster dei WU LYF appesi in camera, cover dei TDCCe tantissimi Foals. Non solo: Wild Beasts, MGMT, Proclaimers prima che inziassero a fare merda, Miles DavisMF Doom e Han Solo. Dicono di suonare ghostjazz.

L’album pubblicato su Bandcamp (pochi demo, giusto per farsi prendere dai locali) è stato rimosso, al suo posto trovate due pezzi Into the Night e Denim Patches. Sono le unice tracce rilasciate ufficialmente dalla band e fanno parte di un 7” che uscirà l’11 marzo via Paradise Records, massimo 250 copie.

Blaenavon è un progetto profondo, e anche una città sperduta da qualche parte in Galles, non sappiamo perché hanno scelto quel nome ma hanno lasciato un messaggio:
Blaenavon is where the heart is, baby.

E noi gli crediamo.