Io ai Pokémon ci gioco ancora, o al blu o al rosso. Il giallo l’ho sempre un po’ snobbato, per la poca scelta iniziale che ti offre. Pikachu e solo Pikachu, accontentati.
Uno dei miei più grandi problemi esistenziali è sempre stato quel momento lì: Bulbasaur, Squirtle e Charmander, e chi diavolo scelgo ora?
Credo che questo problema Miles McDougall non l’abbia mai avuto. Lui è uno di quelli che ha coltivato il Pokémon giallo per tutta la sua infanzia, e si vedono i risultati: si è trasformato in Pikachu, poi il piccolo essere con un tuonoshock ha convinto Miles a cambiare nome, e il ragazzino è diventato Pikachunes. Tutto bello.
Miles McDougall viene dalla Nuova Zelanda, e oltre a giocare ai Pokémon, faceva tanto tanto skate e studiava batteria jazz. Un giorno in un qualsiasi skatepark lì tra i kiwi ha fatto un volo e si è fratturato l’ulna, allora si è ritrovato in camera, chiuso, con il suo Game Boy e una drum machine. E meno male, dico io.
Ciò che ne è uscito fuori è un electro pop molto dance con chiari riferimenti al passato che scorre tra Kraftwerk (tanto) e New Order (un po’ meno) e tanti riferimenti che possiamo trovare al giorno d’oggi come FM Belfast. Ma le sonorità di Pikachunes sembrano meno costrette, molto fighe e di quelle che non ti stancano.
Ha fatto un album, che si chiama Pikachunes (tutto ciò è molto originale), nel quale troviamo riferimenti a quelli che sono un po’ i problemi adolescenziali, amicizie, droghe, Game Boy, la disputa tra Pan Di Stelle e Tarallucci.
Insomma, Miles vuole diventare grande, ma se davvero vuoi farlo non togliere mai quella tutina da Pikachu, ti prego.

‘Pikachunes – Nervous’