Wolf+In+A+Spacesuit“Per viaggiare senza muoversi”, commenterebbe forse Albert Hofmann, colui che sintetizzò per la prima volta l’LSD. Ora penserete giustamente all’ultimo prodotto dell’industria psichedelica, così attiva nel 2k13, ma siete fuori strada amici e tanto anche.

Spostiamoci a Chicago, nel 2k12, dove da cinque anni vive e lavora un artista noto come Wolf in a Spacesuit: un lupo in una tuta spaziale, determinato quanto sconosciuto, che affida ostinatamente il suo sogno americano nelle grandi mani di mamma myspace e papà youtube. La sua unica volontà, che traspare dai primi testi, è l’andare lontano, anzi lontanissimo, pur restando imprigionato nell’Illinois. Fatevi un’idea ascoltando le atmosfere oniriche e downtempo di 700 000 000 miles (Original demo) brano che, insieme a Bark of a Cedar, riscuote subito un discreto successo nel web e funge da motore per una serie di riflessioni terribilmente comprensibili comparse in una lettera autografa di qualche tempo fa.

I had amassed a decent following for my music online but, judging from the turnout at my shows, none of those fans actually lived in Chicago. The city was dead for me and I needed change.

Ora l’artista vive a New York, il salotto di casa in cui registrava i primi pezzi è diventato uno studio di registrazione a Brooklyn, le nuove amicizie pare siano quelle giuste, il 11/12/13 (data all’americana) uscirà il suo primo album, Blighter Days, di cui è già disponibile il primo singolo IMOK. Ascoltandolo penso a qualcosa di simile agli albori di MGMT ed Empire of the Sun, nient’altro, anche perchè non sono due nomi da poco.

Il ragazzo è in gamba e continua a scrivere della sua vita con una schiettezza degna del Bob Dylan dei primi tempi, ai limiti della presunzione, è vero, ma io credo in lui.

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