La trilogia de Il Signore degli Anelli che diventa serie tv: questa è stata la bomba che ha scosso l’intero mondo dell’entertainment.

Benché il modo verbale sia ancora il condizionale, già solo la notizia ha stimolato l’attenzione dei fan e meno fan (se ce ne sono) di J.R.R. Tolkien provenienti da tutto il mondo.

La certezza è che c’è in corso una trattativa, le cui due componenti sono da una parte la Warner Bros Television con gli eredi di Tolkien (riuniti sotto la Tolkien Estate), mentre dall’altra c’è Amazon, che con i suoi studios è pronta a fare il più grande salto di qualità possibile in termini di blockbuster.

A sedersi sul tavolo, per Amazon, è stato Jeff Bezos, il CEO in persona, fatto che già da solo dimostra l’importanza della questione; tuttavia, la trattativa sembra essere una battaglia ostica, il cui accordo risiede ai limiti dell’impossibile.

Per quanto riguarda i diritti delle opere di Tolkien, la situazione non è per niente tranquilla: di fatto sono nella gran parte gestiti dalla Middle-earth Enterprises, ramificazione della Saul Zaentz Company, e solo nel 2012 una infelice diatriba è finita in tribunale, causa che ha visto la Warner Bros risarcire quest’estate 80 milioni di dollari alla Tolkien Estate insieme alla casa editrice HarperCollins, per colpa dell’utilizzo improprio dei personaggi della trilogia per slot machine online ed altri giochi d’azzardo.

Insomma, chi oggi sta trattando in comunione di fronte a Bezos, soltanto fino a qualche mese era coinvolto in una causa milionaria.

Dunque, vien da sé, che la gallina dalle uova d’oro che è stata l’invenzione letteraria dello scrittore britannico, è un facile oggetto di aspra contesa. Pertanto, inserire in questo ventaglio di detentori dei diritti anche la porzione di Jeff Bezos, risulterebbe un fatto molto, molto rilevante, potenzialmente difficile da gestire.

Ecco che allora subentrano le cifre della manovra, motivo perché il buon esito del patto si percepisca come utopico: si pensi che Amazon, per acquisire il Washington Post, ha speso 150 milioni di dollari; ecco, per acquisire i diritti necessari per produrre la serie, ne servirebbero tra i 200 e i 250 milioni – queste le cifre richieste da Warner Bros e Tolkien Estate, secondo Deadline.

Si tratta di numeri astronomici, che già soltanto per questa spesa, qualora un giorno si facesse, renderebbe Il Signore degli Anelli la serie più costosa di sempre.

Infatti qua si sta parlando soltanto di questioni legali, di copyright. Ancora non c’è niente riguardo alla produzione vera e propria della serie: sceneggiatura, cast, direzione, musica e tutto il resto. Ma, prendendo ad esempio Il Trono di Spade, che è la cifra stilistica colossale con cui gli Amazon Studios per forza di cose dovrebbero fare i conti, una stagione può costare circa 150 milioni di dollari.

Vero è che Amazon possiede delle disponibilità altissime, e tutte costantemente in salita, ma questi sono numeri che fanno riflettere anche un re Mida della Silicon Valley come Jeff Bezos. Ciononostante, resta l’unico ancora in piedi per poter portare a termine il progetto: infatti, si parla di una ritirata istantanea di Netflix e HBO, quando i cui vertici si sono trovati al posto del CEO di Amazon sul tavolo delle trattative.

Amazon, nei panni di produttore cinematografico, è stata fin’ora una realtà abbastanza di nicchia, che ha lanciato prodotti piuttosto ricercati, e che recentemente sta cercando l’ampliamento anche in questo campo. Ingenti investimenti sono stati dispiegati per le serie Crisis in Six Scenes di Woody Allen, per The Romanoffs di Matt Weiner, e si stava impiegando una cifra enorme per le due stagioni della serie di David O. Russell, interrotta e eliminata, fatto che ha causato una perdita di 40 milioni di dollari.

Ma niente di queste produzioni è paragonabile con il potenziale progetto che porterebbe la trilogia più famosa di Tolkien sul piccolo schermo.

Da una parte, dunque, sembrerebbe che ci sia una implicita volontà dei detentori dei diritti a non permettere che la serie tv prenda vita – per non parlare poi dell’anziano Cristopher Tolkien, che si è sempre scagliato contro ogni trasposizione cinematografica delle opere del padre.

Dall’altra invece c’è Amazon, che con Jeff Bezos coinvolto in prima persona, vuole passare da produzioni più sommesse e di nicchia, al blockbuster destinato senza ombra di dubbio ad entrare nella storia dell’intrattenimento televisivo.

Ma vogliamo riassumerla ancor più essenzialmente? Avanti:

Da una parte, dunque, ci sono i detentori dei diritti così:

Dall’altra, invece, Jeff Bezos così:

Tra l’incudine e il martello, soltanto i prossimi, attesi svolgimenti della trattativa potranno dirci qualcosa di più.