Chiunque abbia Netflix non avrà potuto fare a meno di notare questo:

La Casa De Papel, arrivato in Italia come La Casa di Carta, è senza dubbio la serie del momento. Quali sono gli ingredienti che hanno reso questa serie (prodotta dalla spagnola Antena 3 e solo dopo acquistata da Netflix) così popolare in così poco tempo? Vediamo insieme.

1. Una storia semplice ma di grande impatto

La storia è oltremodo semplice: otto rapinatori guidati dal Mastermind Il Professore, ideatore del piano perfetto, assediano la Zecca di Stato di Madrid e si barricano dentro con sessanta ostaggi. Chiudersi dentro la zecca? Si, per stampare 2400 milioni di euro e fuggire solo dopo aver portato a termine il colpo. Stampare soldi non è come rubarli e questa verità è centrale nella serie: l’obiettivo del Professore è avere sempre e costantemente l’opinione pubblica dalla sua parte e infatti la prima regola che darà ai ladri sarà quella di non uccidere nessuno (nonostante tonnellate di fucili e proiettili disponibili nell’arsenale della banda).

2. I colpi di scena

Il piano perfetto alla base del colpo risulta subito poco realistico se analizzato nel dettaglio, ma la serie riesce comunque, in ogni puntata, a mantenere la tensione alta e a essere coinvolgente grazie al metodo di narrazione. Con un montaggio alternato tra presente e passato, unito ai tantissimi cliffhanger di grande impatto, la serie riesce a tenere inchiodati gli spettatori al divano/sedia/letto/superficie idonea al bingewatching. Dovremo sapere sempre come Il Professore aggirerà questo o quello ostacolo. Con questo alto coefficiente di assuefazione non c’è mancanza di originalità che tenga.

3. Personaggi con desideri comuni e disposti a tutto per realizzarli

I protagonisti incarnano bene ogni lato della personalità umana, permettendo a chiunque di immedesimarsi. Gli otto rapinatori hanno l’obbligo di non svelare la loro identità, perciò ognuno viene ribattezzato con il nome di una città che ne rappresenta simbolicamente il carattere: Nairobi è una ex tossica in cerca del figlio, Rio è un hacker ventenne e impulsivo in cerca del vero amore, Mosca e Denver sono padre e figlio che sognano una vita senza tranquilla, Helsinki e Oslo sono due ex militari, braccio armato della banda e in cerca di redenzione, Berlino è un uomo cinico e spietato, freddo leader della banda all’interno della zecca, la cui natura rimane misteriosa fino alla fine. Infine Tokyo, la testa calda e indomita protagonista “tecnica” della serie come voce narrante, in cerca di redenzione per un passato tutt’altro che tranquillo.

Il vero protagonista però è indubbiamente il Professore, la mente ha formato la squadra e creato più di un piano per una rapina: un riscatto per una vita senza speranza. L’infanzia del Professore è cruciale alla nascita del piano e alla voglia di rivalsa sociale che lo guida a compiere cose impensabili: senz’altro il personaggio più riuscito della serie.

4. Buoni non così buoni, cattivi non così cattivi, uniti in una lotta al sistema

Oltre al gruppo di ladri, troviamo anche la folta schiera delle forze dell’ordine e degli ostaggi, ognuno con la sua storia: si crea così un sistema in cui non si riconoscono più i buoni dai cattivi, come dichiara lo stesso Professore, mettendo in luce uno dei temi portanti della serie.

Come affermato dallo stesso Alvaro Morte, interprete del Professore, uno degli ingredienti principali è la lotta al sistema:

Credo che ci siano vari ingredienti e uno di questi è sicuramente la lotta contro il sistema, l’essere piccoli pesci nel mare contro l’enorme squalo che controlla i soldi e il potere. Credo che la ricchezza nel mondo non sia affatto ben distribuita e l’1% che controlla tutto è una cosa assolutamente ingiusta e in molti sono arrabbiati. È facile connettere con questa rabbia, indicare cosa non va nel mondo. Credo che però anche i personaggi e la loro umanità abbiano contribuito al successo, perché sono criminali ma gli si vuole anche bene, inoltre c’è il mix di commedia e azione. E poi c’è un altro elemento che non sappiamo quale sia, che non si può spiegare, ed è per questo che la serie è un successo anche se non ne conosciamo esattamente la ragione: è una cosa magica. (…) Il personaggio principale di una serie  è quello che accompagna il pubblico nel racconto, quindi devi suscitare empatia. [Il Professore] è un criminale che pianifica una rapina, ma volevamo che la gente se ne innamorasse. Abbiamo deciso che doveva avere questo carisma attraverso l’inazione, nell’essere timido e piccolo, poco capace di controllare le sue relazioni sentimentali. Eppure il suo carisma doveva essere tale che questa banda di criminali lo seguisse in ogni circostanza e si fidasse di lui anche nei momenti di crisi. È stato molto difficile trovare questo sottile equilibrio, tra lo strano e l’amabile, ma ci siamo riusciti.

5. L’ingrediente finale e fatale è che tutti vorremmo essere come loro

Audaci abbastanza anche solo da immaginare un colpo del genere e con due palle grosse così per metterlo in pratica. Perché si, i soldi la felicità la fanno eccome.

La Casa di Carta tornerà presto con una terza stagione, appena annunciata. Che cosa accadrà ai nostri ladri preferiti?