Il signore e la signora Dursley, di Privet Drivet numero 4, erano orgogliosi di affermare di essere perfettamente normali, e grazie tante.

Così inizia Harry Potter, la saga che più di tutte ha influenzato la generazione dei millennials. E che proprio in queste ore compie vent’anni.

Tanto è infatti il tempo trascorso da quando nelle librerie usciva il capitolo “La pietra filosofale“, apripista di quello che poi sarebbe diventato l’evento pop-letterario più risonante del secolo.

La creazione di J.K Rowling ha prodotto un effetto mediatico senza precedenti e che difficilmente potrà ripetersi in futuro. A dimostrarlo, ancora dopo vent’anni, è per esempio Facebook che si sta divertendo a tempestarci la bacheca di animazioni a tema per tributare l’anniversario.

Ma quando si parla della saga letteraria, non si può non menzionare l’altra faccia della medaglia che ha alimentato il mito di Harry Potter: gli otto film tratti dai sette libri (si ricordi che “I doni della morte” è diviso in due parti).

L’affaireè meglio il libro/è meglio il film” nella fattispecie potteriana ha assunto toni acerrimi, a seconda delle sfaccettature con cui la debacle si è manifestata.

  • I puristi che non accettano altro Harry Potter all’infuori del libro, spesso screditando, spesso negando l’esistenza dei film.
  • Al contrario, c’è chi invece dei libri forse non è neanche al corrente, ma ha amato alla follia le trasposizioni cinematografiche.
  • I moderati, che avendo fruito di entrambi i canali, propendono verso l’uno o verso l’altro, ma senza che lo scritto escluda l’audiovisivo, o viceversa.
  • Quelli che hanno imparato a leggere proprio perché, vedendo i primi film, si sono indirizzati alla lettura dei libri, mettendosi subito al passo.
  • Poi infine ci sono le bestie di satana che hanno visto prima tutti i film e poi si sono decisi di leggere i libri.

Ma ora, fuori da queste questioni che mai troveranno armistizio, vogliamo qui ripercorrere uno dei momenti musicalmente più indie di tutti i film di Harry Potter.

Si tratta di quello che, quasi all’unanimità, è considerato il capitolo più avvincente della saga: Harry Potter e il Calice di Fuoco.

In questo capitolo succede di tutto, rendendo l’intreccio della narrazione ricco di novità, dalla Coppa del Mondo di Quidditch, al torneo Tremaghi, all’evento collegato più glamour del mondo dei maghi: il Ballo del Ceppo.

In questa festa natalizia collegiale, si esibisce per la prima volta a Hogwarts la band che “non ha bisogno di presentazioni”, i cosiddetti Weird Sisters.

Bene, sì, nell’universo potteriano sono la band più famosa del momento, ma avete riconosciuto chi sono gli attori?

La voce e il basso sono dei Pulp, con Jarvis Cocker e Steve Mackey, mentre la prima chitarra e batteria sono Radiohead, con Jonny Greenwood e Phil Selway. Poi c’è Jason Buckle degli All Seeing I come seconda chitarra e Steven Claydon degli Add N to (X) alla tastiera e cornamusa.

Sicuramente il momento più rock di tutta la saga, ma allo stesso tempo anche l’ennesimo esempio della potenzialità maggiore dell’invenzione della Rowling: fondere una realtà quotidiana adolescenziale (il ballo di scuola con l’esibizione dei propri idoli) con il fantastico. Cosa che funziona nel libro, ma ancor di più nel film grazie all’apporto di questi attori prestati.

La canzone, che si intitola Do The Hippogriff, è stata scritta proprio da Jarvis Cocker in collaborazione con Jason Buckle; in realtà, inizialmente dovevano essere i Franz Ferdinand (fans affermati del maghetto) ad incaricarsene, ma poi la produzione ha virato verso il leader dei Pulp.

Questa formazione trova nei film soltanto spazio in questa circostanza, anche se nei libri i Weird Sisters ritornano più volte, anche esibendosi al funerale di Silente.

Insomma, ancora una volta che qualcosa di extradiegetico entra nel mondo di Harry Potter mescolando i confini tra realtà e finzione. Gli studenti maghi e streghe delle scuole più prestigiose che pogano al concerto di Greenwood e Cocker (Common People, mica tanto).

Si è parlato quindi di una canzone originale nei film di Harry Potter, e si poteva chiudere qui l’articolo.

Ma no.

No perché vogliamo ricordare anche quando Nick Cave fu diffuso in radio, permettendo a Harry e Hermione di concedersi un piccolo ballo mentre erano ricercati, in Harry Potter e i Doni della Morte (parte 1)

Ora sì, la chiudiamo qui.

Tanti auguri Harry Potter!