A meno che non abbiate vissuto su un asteroide per gli ultimi due mesi, sicuramente avrete sentito parlare di Westworld, l’ultima serie tv firmata HBO. Considerata da molti il figlioletto di Lost (e per molti altri sarebbe addirittura già superiore), è opera di Jonathan Nolan (fratello del ben più famoso Christopher) e da sua moglie Lisa Joy, e si basa sul film del 1973 di Michael Crichton. Esatto, proprio l’ideatore di Jurassic Park.

Della storia non vogliamo spoilerarvi nulla, vi basti sapere che c’è un parco a tema western in cui vi sono i visitatori (umani) e i residenti (gli hosts, androidi), in cui si sviluppano diverse storyline. Intrecci per la maggior parte davvero interessanti, performance attoriali di un certo livello, e soprattutto la presenza nel cast di due pesi massimi come Ed Harris e Anthony Hopkins, perché alla HBO, parafrasando proprio Jurassic Park, “non si bada a spese“.

Un altro dei punti di forza di Westworld è senza dubbio la colonna sonora, e non poteva essere altrimenti. Nolan e la Joy si sono affidati infatti a Ramin Djawadi, compositore tedesco di origini iraniane che conoscerete sicuramente, anche se magari il nome non vi è familiare (*coughGame Of Thrones *cough*). Il buon Ramin è riuscito a creare una OST iconica anche per Westworld, tranquilli, a partire dagli opening credits, epici quanto basta per accompagnare le sequenze di creazione degli androidi sullo schermo e rimanervi in testa per giorni.

Uno degli argomenti più importanti introdotti nel primo episodio sono le reveries, dei piccoli gesti che gli androidi compiono quando ricordano momenti lontani e particolari delle loro memorie. Ecco allora che dall’episodio 7 è proprio la Rêverie L. 68 di Debussy ad essere reinterpretata più e più volte fino ad essere il filo conduttore del decimo episodio, il gran finale.

Ma lo sapete anche voi, il punto di forza della OST di Westworld sta nel modo in cui Ramin Djawadi ha preso brani ben radicati nell’immaginario musicale contemporaneo e li ha trasposti al pianoforte, facendoli suonare alla pianola del saloon di Sweetwater, allietando i presenti con brani di Soundgarden, Rolling Stones e Radiohead. Proprio a proposito dei Radiohead, sia Nolan che Djawadi sono grandissimi fan di Thom Yorke e soci, e lo stesso compositore ha descritto la scena così:

When Jonathan says, ‘Do a Radiohead song,’ I say, ‘Great!’

Nolan avrebbe voluto un pezzo dei Radiohead (Paranoid Android) pure negli end credits di Memento, film di suo fratello Christopher che Jonathan ha co-sceneggiato, ma purtroppo i diritti, le beghe legali, il meteo… alla fine non si fece nulla. Stavolta ha scelto di lasciare da parte quel brano (troppo banale viste le tematiche, vero?) ma ha puntato su altri pezzi di OK Computer (e non solo).

No Surprises, Exit Music (For A Film), ma anche Fake Plastic Trees (da The Bends) e Motion Picture Soundtrack (da Kid A), tanto per rimarcare il fatto che i Radiohead stiano bene con tutto. Ma pure Black Hole Sun dei Soundgarden, Back To Black di Amy Winehouse, The House Of The Rising Sun degli Animals, Paint It Black dei Rolling Stones e A Forest dei Cure. Westworld è permeato di cultura pop e brani noti, servono allo spettatore per fissare nella mente una determinata scena, un dialogo preciso, perché la soglia dell’attenzione deve rimanere alta per ogni puntata, dall’inizio alla fine (oppure potete andare su Reddit o YouTube e cercare le teorie di tutte le puntate, ma non è così divertente).

Se tutto questo non vi ha ancora convinto a fiondarvi a guardare Westworld, non sapete cosa vi state perdendo, ma fidatevi: è un labirinto da cui non uscirete tanto facilmente.