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Città deserte e cinema pieni. È l’effetto Suicide Squad, il terzo film del DC Extended Universe, volto a raccontare le gesta della squadra di supercattivi del mondo di Batman, Superman e compagnia bella. Un effetto dovuto ad un battage pubblicitario mica da ridere, che ha saputo giocare abilmente con i nomi presenti nella pellicola (Will Smith, Jared Leto e Margot Robbie i più famosi), con dei trailer fantastici e con lo stile dei personaggi, tanto che i nuovi Joker e Harley Quinn sono già diventati icone per milioni di ragazzini.

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Ma parlavamo dei trailer: il primo è stato rilasciato più o meno sei mesi fa, e l’unione musica – immagini era fantastica, con il montaggio a seguire il ritmo di Bohemian Rapsody (per l’occasione rifatta dai Panic! At The Disco), tanto da venire già catalogato come uno dei trailer più belli di sempre. Gli altri seguivano lo stesso stile, magari non in modo così riuscito, ma con intuizioni davvero niente male. Insomma, l’unione musica e immagini sembrava uno dei cardini di Suicide Squad, dato che pure l’album della colonna sonora è stato accolto come un evento, comprendendo brani di Eminem, Mark Ronson, Rick Ross, Twenty One Pilots e addirittura un inedito di Grimes.

Da 1:50 a 1:56 è spettacolo vero.

Ma cosa succede quando questo ben di dio viene messo al servizio di un film che non è così cazzone come i trailer facevano intuire? Cosa succede quando Suicide Squad non è scuro e pesante come Batman vs Superman, non è divertente e leggero come Guardiani della Galassia e non è cazzaro e scorretto come Deadpool? Succede che il montaggio iniziale con i profili di tutti i cattivoni regala ad ognuno una propria canzone, che non comparirà più nel resto del film. Non aveva più senso utilizzare lo stesso brano per tutti quanti? Perché passare da The House Of The Rising Sun a You Don’t Own Me senza poi dargli una connotazione brano – personaggio con il passare dei minuti, facendola scorrere come nella peggiore riproduzione casuale di Spotify?

Succede che Without Me di Eminem, al posto di essere usata per un combattimento sguaiato e serrato, diventi il sottofondo della Suicide Squad che si prova i costumi. Un brano ritmato come Seven Nation Army sarebbe stato perfetto per lo scopo, e invece è stato utilizzato per l’arrivo della Squadra al campo di Rick Flag, con uno stacco desolante tra il ritmo della canzone e quello del montaggio. E perché fare partire Come Baby Come dei K7 per un minuto nella scena di Harley Quinn in ascensore a caso, senza che Margot Robbie sia stata caratterizzata da questo tipo di musica fino a quel momento? Solo perché la canzone dice “come baby come“? Ma davvero?

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Unico momento davvero figo con Black Skinhead di Kanye West, utilizzata per la dimostrazione di tiro a segno di Deadshot, ma è l’unica volta in cui musica e immagini acquisiscono davvero un senso in Suicide Squad, che altrimenti si comporta in modo davvero diverso dai trailer che lo avevano presentato.

Insomma, al posto di unire la colonna sonora alla pellicola, rendendola parte integrante della stessa, si è scelto di attivare lo shuffle sull’iPod e incrociare le dita. Non sono solo i personaggi inconcludenti e la sceneggiatura pietosa a fare di Suicide Squad un flop (di critica) inatteso, ma anche una gestione folle della OST, punto di forza della campagna pubblicitaria e ora semplice commento per difendere un film che “ha una colonna sonora davvero figa“.