Tanta musica contemporanea italiana si fonda su un principio di velatissima emulazione dei modelli del passato, e dunque alla fine la bontà di un progetto la possiamo valutare pure in questi termini: bravo, ha scelto il modello giusto. Alcuni tra i migliori esiti degli ultimi dischi indie italiani per esempio – si è detto – sono stati concepiti sotto il segno di Lucio Battisti. Si può ricordare quando anche sul Venerdì di Repubblica, ai tempi dell’ormai troppo lontano ultimo disco di Contessa, si parlava di quanto Aurora avesse echi del leggendario cantante laziale, e lo stesso poi si è potuto dire dei lavori di Colombre, Calcutta, Germanò. E questo per limitarsi a un esempio solo.
Poi capita che ci si imbatte in un ascolto pieno di rose rosse ma non è Massimo Ranieri; no, si tratta di Pretty Solero e del suo ultimo album Romanzo rosa. Si parlava di scelte, prima, e questo lavoro del membro fondatore della Love Gang è proprio fatto di decisioni che danno al personaggio diverse sfumature, in ogni livello.

La copertina di “Romanzo rosa”, uscito per Asian Fake il 15 giugno 2018

La prima scelta di Pretty Solero è il timbro: una voce che per tanti ascoltatori può essere repellente, ma che invece per lui contraddistingue il marchio di fabbrica. Alla selezione autotune sceglie “assolutamente sì” ma non basta: la voce vuole essere effettata all’estremo, distorta e sgradevole, un sibilo un po’ viscoso che quando parte per la prima volta in Tilt, prima traccia del disco, fa allontanare un qualsiasi ascoltatore che non è pronto ad avvertire chi per scelta ha deciso di distruggere la componente vocale della propria proposta artistica: chi all’opzione Frank Sinatra ha premuto il pulsante “assolutamente il contrario”. E coloro che non condividono questa scelta, poi però si perdono la canzone che segue, Non è un gioco, di gran lunga la perla di Romanzo rosa e una delle migliori produzioni italiane uscite finora nel 2018. La partecipazione di Generic Animal e Zollo al lavoro di Solero (e in Rehab di Ketama) è un esperimento riuscito, una iniezione di metallo freddo emo nel già cloud rap della parte più scura del collettivo CXXVI, che si sta ambientando nella scuderia di Asian Fake. In Romanzo rosa, infatti, trovano posto Carl Brave, Franco 126, Ketama, Ugo Borghetti.

Ma torniamo ai modelli. Troppo facile sarebbe citare “gli americani” (tra virgolette perché ormai è diventata una espressione generica) da cui lui attinge. E quindi facciamo un passo in più e veniamo a un nodo fondamentale: Pretty Solero, per quanto riguarda l’immaginario proposto, ha scelto Massimo Ranieri. Non ci sono dubbi. “Sono bello e disgraziato / mi hai baciato l’altra sera / al centro della piazza è nato un tulipano” [Sentimento]: è o non è un estratto che può stare tranquillamente in Se bruciasse la città? Può o non può Massimo Ranieri cantare una strofa che fa “’Massimo Ranieri’ / Lana Del Rey / Leonardo Di Caprio / Mandami un bacio / Papy Del Gang / Niente è cambiato / A volte piango / Mandami un bacio” [semicit. Del Rey]? No, ok, forse qui stiamo andando fuori strada ed era meglio e più facile linkare il video di Rose rosse per confermare il legame. Ma ci sta. Ci sta perché è proprio Pretty Solero che ci permette di esagerare e uscire dai binari.

Già a partire dal titolo dell’album si nasconde un avvertimento, che poi è la scelta principale del taglio che Solero ha dato al suo lavoro: cos’è un romanzo rosa? Un romanzo che parla d’amore in termini esagerati e schematizzati; un romanzo il cui autore non vincerà mai il Pulitzer; un romanzo che può essere amato da una fetta di pubblico e al tempo stesso odiato e repulso da un’altra fetta molto più ampia, di vocazione “purista”. E così il nuovo album di Pretty Solero: scelte specifiche e ferree che possono essere non condivise, ma vanno comunque comprese e rispettate, perché il lavoro del Papy del Gang ha una identità e soprattutto una dignità, fatta di coerenza, di temi e usi stilistici volutamente esagerati, pertanto amati o odiati. E di tutto questo lui ne è consapevole.

Inoltre, molti di quelli che manifestano odio, si ritrovano poi con la sessione privata su Spotify attiva. Un po’ come il vostro amico che al pub è materialista storico, ma che in realtà nasconde nell’ultimo cassetto la bibliografia completa di E.L. James: “Eh, ma è per prendere esempio da Mr. Grey”, poi si giustifica, l’ipocrita.

Le tracce consigliate di Romanzo rosa sono: Non è un gioco, Maglione blu, Sentimento