Ricordo ancora le polemiche di quest’estate sulla nomina di Carlo Conti come direttore artistico di Radio Rai. “Un Paese proiettato verso il futuro” pensai. Diversi programmi cult come 610, Babylon e Mu sembravano giunte al capolinea. Una tragica fine poi scongiurata da petizioni online e dalle affermazioni dello stesso Conti, che forse davvero non voleva stravolgere i palinsesti, o forse si è ricreduto viste le reazioni degli ascoltatori.

Anyway, vincono i buoni e restano tutti, da Lillo & Greg a Matteo Bordone, fino a Carlo Pastore. Non a caso, tutti programmi di Radio2, il canale che più si distingue per contenuti musicali tra la triade RAI ma anche in confronto ai più famosi network privati italiani. E tra i tanti pregi di Radio2, c’è anche la conferma di un altro programma must per gli appassionati del genere: sto parlando di Musical Box, giunto quest’anno all’ottava stagione, condotto da Raffaele Costantino.

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Tra i programmi più longevi dell’intero palinsesto, la scatola sonora di Costantino non si ferma al puro gusto estetico, ma scava, approfondisce, esplora. E dà vita a interessanti confronti tra artisti, produttori e festival che aggiungono sempre valore alle raffinate selezioni musicali proposte in puntata. Altro aspetto notevole: la varietà di generi abbracciati. L’elettronica ha grande spazio, ma non mancano deliziose puntate sui grandi classici del jazz e del soul, come non mancano approfondimenti su scene musicali nuove e in rapida ascesa. Non a caso Musical Box riesce spesso – espressione brutta ma necessaria – ad anticipare le mode. I dischi che faranno parlare o meglio ballare passano tutti da qui. Da questi 60 minuti quasi-quotidiani, che dal classico lunedì-giovedì quest’anno passano dal martedì al venerdì. Anche l’orario subisce una piccola modifica: non più a mezzanotte ma dall’una alle due.

Il vero punto di forza del programma è l’incessante ricerca che nasce da una passione vera, non di facciata, che porta a intuizioni premonitrici ma anche a recuperi di dischi dimenticati troppo in fretta. È difficile catalogare le cose belle che passano da Musical Box, perché ne passano di tutti i tipi. Ecco un esempio di cosa bella:

Frank Ocean vs. D’Angelo, Daft Punk vs. Chemical Brothers, Bobby Womack vs. Gill Scott Heron sono altri esempi delle stimolanti retrospettive curate da Costantino, così come sono gustose le anteprime della rubrica 1 in 20′, in cui con un mix di venti minuti si approfondisce un disco che merita un ascolto particolare.

Tutte le puntate di Musical Box sono ascoltabili in podcast, e per i più ingordi c’è anche la playlist su Spotify in continuo aggiornamento:

Una volta Richard Burton disse: “Nessuno si è mai impoverito sottovalutando i gusti del pubblico”. Per fortuna che parlava solo di cinema.