Ieri, Primo Maggio, siamo andati allo storico Concertone della capitale italiana, e con l’occasione abbiamo chiesto a Motta e Ex-Otago quali fossero i dischi che hanno segnato la loro storia musicale.
Il Concertone quest’anno ha saputo stupire, portando artisti di tutto rispetto e riuscendo a mettere su un cast come non se ne vedevano da un po’, cercando anche di limitare tutte quelle pippe forzatamente politiche alle quali eravamo abituati. Abbiamo avuto l’opportunità di seguire gli Editors, Brunori SAS, Motta, Ex-Otago, Levante, e tantissima altra bella roba.
Dato che quest’anno possiamo dire che la musica è nuovamente protagonista della situazione, abbiamo deciso di chiedere a Francesco Motta e Ex-Otago (al loro esordio sul palco) quali dischi rappresentino al meglio la loro storia personale e musicale.
MOTTA
È dura.
Come È Profondo Il Mare di Lucio Dalla, Per Tutti di Riccardo Sinigallia, Doolittle dei Pixies…
Eeeehm, ce ne sono tanti (sospira)…
Il mio, La Fine Dei Vent’Anni (ride, ndr.).
E davvero, non mi viene in mente altro, sono troppi.
EX-OTAGO
Porca Eva! Dai, facciamo uno a testa.
Olmo: un disco, Bossa-Nova dei Pixies, perché mi ha cambiato la vita, mi ha aperto un mondo!
Rashid: il disco d’esordio dei Bombay Bycicle Club (I Had the Blues But I Shook Them Loose), perché è un album della Madonna, semplicemente un disco che si commenta da solo.
Maurizio: un disco a caso di Luca Carboni dal 1980 al ’95, scegliete voi.
Francesco: Boxer dei The National perché mi ha cambiato il modo di vedere la musica.
Simone: Talking Heads, Remain In Light, perché fa danzare ma anche pensare. È figo, molto figo.
E i vostri preferiti, quali sono?