Dal 9 settembre 1998 sono passati ormai ventuno anni.

Ciò che riempie i giorni che da allora sino ad oggi sono trascorsi è un’immagine vivida e impressa con amore: due occhi appassiti, raggrinziti come per preservare il più prezioso dei segreti; delle labbra tumide, colme di una passionale polpa che, allo stesso modo dell’animo, è dal sapore tra l’agro e il dolce; un viso, scalpellato come marmo e reso armonioso, oltre che leggero, che prende vita quando si illumina del rassicurante sorriso.

Lucio Battisti, l’immagine che ci rimane, è una coscienza individuale che pesa sull’evoluzione della nostra quotidianità, la sconvolge. La sua spontaneità naturale, pari solo a quella di un bambino, agisce e si spinge oltre l’ordine delle cose, le nostre convinzioni e convenzioni.

Io sono disimpegnato. Disi-tutto”, diceva. “Io non ho mai fatto niente controcorrente perché non ho mai saputo cosa significasse ‘corrente’ […] Io ho sempre cercato di restare fedele ai miei principi, di interpretare le mie sensazioni ed ho trovato nei testi di Mogol il giusto completamento alle melodie

E le nostre vite sono un vibrante crogiolo di sensazioni. Il sentimento è tutto, di questo ci riempiamo il cuore; lo dice il Faust di Goethe, non di certo io.

E pensare che l’universo del sentimento è stato raccontato e poi cantato da una voce flebile e strozzata; contenuto in un corpo fatto di carne, di materia corruttibile, mortale; che espressioni quali la gaiezza e la mestizia, l’amorevolezza e l’ostilità, il calore e la freddezza, e ancora la spensieratezza, il tradimento, le delusioni e l’amore possono materializzarsi, personificarsi e dunque essere vissute, percepite solo per mezzo della canzonetta di Lucio Battisti.

È stato certamente unico Lucio Battisti, perché ha permesso che ognuno possa oggi sentirsi parte di un qualcosa, che ognuno possa offrire una narrazione ai propri giorni, e che infine ognuno possa dare un nome a ciò che prova educando il proprio intimo e viscerale sentimento. Lo ricordiamo oggi, Lucio, perché ha saputo colmare l’inquietudine insaziabile con la sua sola essenza umana, tanto semplice quanto impenetrabile e inimitabile.

Infinitamente grazie Lucio.