Nicolas Winding Refn, nato in Danimarca e cresciuto negli Stati Uniti, è una delle personalità più eccentriche del cinema degli ultimi vent’anni: regista autodidatta, ossessionato dalla perfezione e creatore di un’estetica di forte impatto, carica di una massiccia dose di violenza.

Lo stesso regista durante un’intervista ha dichiarato: “La violenza cinematografica è la mia ribellione giovanile. Preferisco metterla in scena, non essendo violento nella vita reale”.

I personaggi di Nicolas Winding Refn vivono un conflitto interiore, che viene raccontato attraverso una fotografia che li mette a confronto con loro stessi, tra la macchina da presa e i loro riflessi. Le coraggiose scelte del regista hanno diviso spesso pubblico e critica, come nel caso del suo ultimo lavoro The Neon Demon, che non è che abbia convinto proprio tutti.

Molti di voi  lo ricorderanno per Drive e per quello di cui lo stesso regista si ritiene insoddisfatto Solo Dio Perdona, ed entrambi vedono protagonista quel bel ragazzo di Ryan Gosling. Quando uscì il suo primo lavoro però Refn  aveva 24 anni e Pusher diede il via prima ad una trilogia, poi ad una lunga carriera.

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La seconda passione di Nicolas Winding Refn è proprio la musica. Come disse in un’altra intervista “La musica mi ha portato a fare cinema”, la musica lo aiuta a immaginare, a scegliere come impostare le sue scene.

Sappiamo che a Nicolas la musica piace tutta, ma ci basta vedere uno dei suoi film per capire che i sintetizzatori sono la sua grande passione, come l’acid-house di Cliff Martinez, con cui ha collaborato spesso, che rende spietati i suoi personaggi e cariche di tensione le scene dei suoi film.

Ripercorriamo insieme alcune delle colonne sonore dei suoi film, divise tra pezzi originali e non, tra luci al neon e cromatismi prima lividi e poi saturi.

Bronson (2008)

Distribuito in Italia nel 2011, è la storia vera di uno dei più feroci criminali d’Inghilterra, Michael Gordon Peterson, che passò la maggior della sua vita dietro le sbarre e per più di trent’anni in isolamento. Interpretato da Tom Hardy, perfetto in questo ruolo, si tratta di un prison-movie narrato dal protagonista in prima persona (se siete suscettibili alla violenza non guardate questo film!). La colonna sonora viaggia tra la musica classica di Verdi e Wagner e i synth di Glass CandyNew Order.

Colgo l’occasione per ringraziare Nicolas Winding Refn anche per le scelte dei suoi protagonisti maschili, molto gradite dal pubblico femminile: Tom Hardy psicopatico e inquietante ci piace moltissimo.

Drive (2011)

Drive è il film di Refn che è piaciuto a tutti e per il quale il regista ha vinto il premio per la Miglior Regia al Festival di Cannes. Anche qui non si chiacchiera molto, ma è un continuo scambio di sguardi e silenzi tra Ryan Golsing e Carey Mulligan. Un altro film tra amore e sangue, che ha come protagonista un Driver taciturno, quasi non-umano, che non lascia trasparire nessun tipo di emozione, non ha un nome e fa più di un lavoro.

L’incontro con Irene sembra quasi dargli un po’ di umanità e stravolgerà i suoi programmi. Anche in questo film c’è la mano di Cliff Martinez, di cui Nicolas si fida molto, ma contiene anche brani non originali strepitosi cominciando con l’inizio del film e Nightcall di Kavinsky, per non parlare dei pianti con A Real Hero dei College.

Solo Dio Perdona (2013)

Solo Dio Perdona è un film ermetico e scarso di dialoghi, ambientato a Bangkok, che rimette in gioco il duo RefnGosling, già consacrato con Drive. Il titolo parla chiaro, si tratta di un altro film dove la vendetta e la punizione sono messi al centro, dove gli omicidi di un figlio e di un fratello danno il via ad un vortice di sangue, sullo sfondo di una Thailandia per niente leggera, molto lontana dalle spiagge e dai Full Moon Party che vediamo nelle foto dei viaggi degli amici. Dopo il successo di Drive le aspettative verso Solo Dio Perdona erano decisamente alte, ma per alcuni fu un’aspra delusione, giudicato sotto tono e noioso.

La colonna sonora, interamente firmata da Cliff Martinez, ha sonorità cupe e da nevrosi, che talvolta lasciano spazio a elementi orientali che ben si adattano all’ambientazione. Sicuramente questa OST ci tiene tesi come corde per tutta la durata del film, cosa che piace molto fare al nostro caro regista.

The Neon Demon (2016)

The Neon Demon è l’ultimo lavoro di Refn. Dimenticate la piccola Elle Fanning di Somewhere (Sofia Coppola), perché in questo horror tutto al femminile mette i brividi. L’ossessione per la bellezza è l’argomento chiave del film, il volto della moda folle e spietato, una fotografia meravigliosa e dettagli onirici. Un vero e proprio spettacolo per gli occhi, tra donne cannibali che evocano il più grande mito di Refn: Dario Argento.

A Cannes è stato accolto tra fischi e urla, ma diciamo che ormai Nicolas sembra averci preso gusto. Anche questa volta la colonna sonora è composta dall’elettronica dark di Cliff Martinez, decisamente perfetta.

Consiglio spassionato: guardate My Life Direct By Nicolas Winding Refn, un documentario girato dalla moglie Liv Corfixen durante i mesi passati in Thailandia per le riprese di Solo Dio Perdona.

Vi mostrerà la natura borderline del regista, con tutte le sue fragilità. Si tratta di qualcosa di molto personale, davvero interessante, che aiuta a capire la difficile personalità di Refn. Giudicate dal trailer:

I film di Refn dividono parecchio le opinioni nostre e della critica: c’è chi sbatterebbe la testa al muro solo all’idea di rivederne uno e chi invece freme all’idea che possa essere al lavoro su un nuovo progetto.

Una cosa però è inconfutabile: con le sue colonne sonore si vola altissimo.