Per valutare affinità tra psicopatia e generi musicali, sono stati incrociati gli esiti di due test che hanno coinvolto 190 studenti di psicologia della New York University.

In una prima fase del test, le cavie sono state sottoposte ad un questionario piuttosto vario, al quale poi è stata aggiunta una prova di ascolto.

Ecco, sono stati selezionati dei brani, che hanno anche militato e spaccato la classifica Billboard Top 100, e fatti ascoltare agli esaminati, i quali poi li avrebbero valutati, a seconda di quanto siano piaciuti, con un voto da 1 a 7.

Circa una ventina di queste canzoni hanno dato agli studiosi dei risultati da evidenziare, perché ci sono stati dei brani che hanno in comune la preferenza tra gli studenti che presentano un livello più alto di psicopatia, ed altri sono stati valutati positivamente comunemente da esaminati che invece presentano un basso tasso di psicopatia.

In questa connessione che lega psicopatia dell’ascoltatore con determinate canzoni, ha visto primeggiare What Do You Mean di Justin Bieber e un brano come Lose Yourself di Eminem.

Al contrario invece, ai piedi della scala, e dunque musica che non aggrada orecchie maggiormente “disturbate”, troviamo per esempio Money For Nothing dei Dire Straits e My Sharona dei Knack.

Questo significa che quindi chi ascolta ed è compiaciuto da What Do You Mean è psicopatico? No, non proprio, anche perché non era questo il risultato a cui mirava lo studio.

Chi ha condotto l’esperimento, aveva come scopo primario quello di cercare delle connessioni tra psicopatia e generi musicali: per esempio, nei film, si vede che spesso protagonisti squilibrati prediligono musica senza testo, come ad esempio Alex di Arancia Meaccanica, la cui passione per la musica classica è davvero imponente.

Qui invece, sovvertendo questa regola non scritta (e non verificata), si è notato che ad un livello più alto della scala di psicopatia, corrispondono canzoni con un testo, e anche bello memorabile, visto che in cima alla classifica ci sono delle canzoni che hanno avuto un successo planetario.

Rimasto invece del tutto inspiegabile, è il rapporto che queste canzoni al vertice hanno tra loro; a parte la grande popolarità, specie in questo studio tra le file degli studenti meno equilibrati, non è stato ancora possibile stabilire quale sia il filo rosso che le lega tra loro.

Ma per questo forse ci sarà un altro studio, l’ennesimo, ulteriore, “secondo un recente studio americano”.