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Mentre nelle sale dei cine già si intravede il trailer di King Arthur, nuovo film di Guy Ritchie, ci siamo spulciati la sua filmografia seduti comodi comodi all’ombra di un condizionatore.

Più di una decade è passata dal suo esordio come regista e in questo lasso di tempo abbiamo imparato a conoscerne il suo stile inconfondibile, parecchio autoreferenziale; caotico, ma anche molto meticoloso. Soprattutto quando si tratta di musica.

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Abbiamo scelto i momenti migliori dei suoi film, quelli dove alle immagini si sommano, in un incastro perfetto, le canzoni, sonorità ed ambiente:

Lock & Stock

Esordio nel mondo del cinema con Lock & Stock, capostipite dei racconti dei sobborghi britannici e primo banco di prova per (quello che è oggi) lo stile inconfondibile di Guy Ritchie. L’inizio di tutto non può che essere con due mariuoli che scappano dalla polizia, la voce fuori campo e del brit-pop. In questo caso Ocean Colour Scene Hundred Mile High City tratta dall’album Marchin’ Already, che per i più anziani suonerà più che epocale.

Qui il nostro amico, invece, ha appena bluffato a poker e perso praticamente tutto, soprattutto la vita. Partono gli Stooges con I Wanna Be Your Dog e si vomita a bordo strada. E come spesso si vedrà nelle sue pellicole, la frenesia tira bruscamente il freno a mano per essere sostituita da un momento di vuoto/calma apparente.

“This is why i love Guy Ritchie” è il commento ricorrente su questa scena. E infatti in questa sequenza di jungle (E-Z Rollers – Walk This Landsi trova la sintesi di tutta la sua filmografia casual.

Snatch

In ogni pellicola di Guy Ritchie è impossibile prescindere dai primi minuti che, forse, rappresentano la parte migliore di ogni suo lavoro. Con pochi flash vengono introdotti tutti i temi, i personaggi, ma alla maniera di chi si tiene i colpi di scena per il finale. Il tutto è accompagnato da Klint – Diamond che spedisce questa sequenza tra le meglio riuscite del cinema moderno, anche grazie alla tecnica del ramping, marchio di fabbrica del regista.

Quello delle botte clandestine è il momento topico di Snatch. La violenza da strada e le manate di paese hanno un sapore tutto diverso dalle moderne risse borghesi e quando ti si presenta Brad Pitt così in tiro, c’è da spassarsela. Da qui in avanti è un susseguirsi di cataclismi e di intrecci tra vagabondi, zingari e inglesi sdentati. “Ok Babbuzzi” e sbam: schivata + gancio destro dritto in bocca. E mentre Meraviglia rimane al tappeto Golden Brown degli Stranglers chiude il match, lasciando spettatore lo sospeso nel bel mezzo del dramma ed il “Turco” nella merda.

Guy Ritchie sceglie i Massive Attack per il momento più drammatico del film: lo zingaro perde la casa, la mamma e l’onore. Una regia controcorrente rispetto a tutto il film e per pochi attimi la lentezza avrà il sopravvento. Una lentezza resa ancora più emblematica dalle note di Angel che lasciano tutto il tempo per provare empatia e per immaginare il seguito.

RocknRolla

Ritorno al passato dopo il flop di Travolti dal Destino e, quindi, ritorno a Londra, alla mafia russa ed il solito canovaccio ritchiano. Questa volta cerca di alzare il tiro, aumentano le sterline in ballo e si infittisce la trama. Risultato: un classico film di Guy Ritchie. A renderlo un classico contribuisce anche la colonna sonora che, come sempre, è a livelli altissimi, specialmente per il modo con il quale viene fatta intrecciare alle immagini. In questa sequenza qualcuno rimane fuori, braccato dal butta. Finirà in rissa – come sempre – mentre dentro incalza un classicone, che suona anche come leitmotiv del film: The Subways – Rock & Roll Queen

Sono pochi i momenti romantici nei film del regista britannico e questo, nel suo mondo, può essere considerato tale. Flash & The Pain – Waiting For A Train è la canzone scelta per suggellare questo momento a metà tra Pulp Fiction e Wes Anderson; senza dimenticare Leonida senza gli addominali photoshoppati, ma duro come un macigno.

La storia di Johnny raccontata sulla note di Bankrobber dei Clash, ovvero sono diventato delinquente perché mio padre mi menava.

The Man From U.N.C.L.E.

Film con mille e più promesse che sono somigliano clamorosamente a quelle del famoso marinaio. Almeno, però, c’è un po’ di musica italiana, quella della tradizione. Peppino Gagliardi – Che Vuole Questa Musica Stasera accompagna la pausa caffè di un agente sotto copertura, mentre fuori impazza la guerra tra il bene ed il male.

E a completare questo quadretto di  non poteva mancare Madonna. Eccola in sottofondo con Lucky Star, mentre l’ex calciatore Vinnie Jones – già eletto tra i più cattivi della storia del calcio – chiede gentilmente informazioni ad un amico di vecchia data.