Ci scusiamo per l’interruzione, i programmi riprenderanno tra poco.

È questa l’introduzione che calzerebbe a pennello con l’entrata in scena di Gus Dapperton, che sembra nato da un cortocircuito tecnico.

CHI È

Immagine di punto in bianco interrotta, assenza di segnale, e poi appare lui, e già a livello visivo non sai che dire. Un ultra hipster, che ha gli occhiali da vista tondi gialli, ma poi è completamente senza barba; ha gli occhiali da vista tondi gialli, ma poi ha le sopracciglia fine a ala di gabbiano, quelle che si era soliti vedere nella schiera dei truzzi, in quel memorabile video-documento sociologico truzzi contro emo girato a Piazza del popolo. Capelli “a scodella”, a volte verdi, a volte rosa, oppure, ogni tanto, rasati a boccia. Smalto quasi sempre presente, scuro o rosso o rosa o altre tonalità vicine. Abbigliamento eccentrico, a tratti slim a tratti oversize, a tratti vintage a tratti moderno. Bruttissimo e bellissimo insieme, come Balenciaga.

Insomma, è Gus Dapperton e viene da Warwick, New York. All’anagrafe Brendan Rice, è nato l’11 marzo del 1997 e se raddrizza un po’ la mira, ha tutte le caratteristiche per diventare la cosiddetta “next big thing” del panorama musicale internazionale. Perché tra questo strano compromesso di stili diversi e contrasti vistosi che mette in scena, ci sta pure spazio per un vasto mare di talento.

COSA HA FATTO

Da quand’è ragazzino, Brendan scopre di avere grandi capacità di scrittura. Scrive testi, e li prova pure, iniziando a produrre musica con gli amici d’infanzia. Si tratta di passioni rap, R’n’B, ma ben presto capisce che questa non è la strada prediletta per esprimersi al meglio. Le creazioni del ragazzo, infatti, si prestano poco al flow e ai colori consoni alla sfera hip-hop, ed è così che Brendan Rice comincia a capire chi sia davvero.

Nasce così Gus Dapperton e nel 2016 debutta lanciando il suo primo pezzo, Moodna, Once With Grace. Su Youtube, lo stile estetico e artistico di quel allora diciannovenne di Warwick non passa di certo inosservato, ed è così che il nome di Gus Dapperton emerge dal calderone; molti occhi cominciamo a puntarsi su di lui. I primi ad accaparrarsi una collaborazione con Dapperton sono i tipi di Vogue Magazine, che, nel giorno in cui pubblica il suo primo EP intitolato Yellow and Such, gli dedicano un lungo articolo con tanto di clip in esclusiva per la rivista. Siamo nel 2017, ed estratto apripista di questo EP era il singolo I’m Just Snacking: per far capire l’importanza di questo video, basti citare il fatto che Emily Farra, firma dell’articolo su Vogue, lo ha descritto come la scintilla che ha fatto scattare il suo interesse per Dapperton. Insomma, vien da sé affermare che il giovane di New York sapesse fin dall’inizio come lavorare! Non a caso, ad oggi I’m Just Snacking resta il pezzo più forte di Gus, la cui discografia intanto si è arricchita, quest’anno, di un nuovo tassello: l’EP You’re Think You’re Comic!.

Ma il 2018, oltreché l’anno del secondo EP, è anche l’anno della seconda importante collaborazione. Di che si tratta? Di una vetrina davvero importante, ovvero la presenza nella OST della seconda stagione di 13 Reasons Why. Si tratta infatti di uno dei pezzi della serie che ha colpito maggiormente e si intitola Of Lacking Spectacle, ed è – ovviamente – firmato dal nostro.

Un curriculum che presenta quindi già delle voci importanti, ma che comunque resta tutto in divenire. D’altronde, manca ancora la vera prima importante prova: l’album di debutto.

COSA ASPETTARSI

Gus Dapperton ha una personalità di indubbia potenza, un carisma raro, tutto concentrato nell’epicentro del suo stile. Il suo potenziale sfocia anche in altri campi, tutti fondamentali ad incrementare la credibilità e la fortuna di un artista. Ma veniamo comunque alla vera sostanza, la musica.

Il nostro ha una penna davvero notevole. I suoi testi non sono per niente banali, anzi tutto il contrario: ciò che li distingue maggiormente è la ricercatezza, delle parole, dei suoni, ricerca costante di spiragli allegorici, di più significati validi tutti insieme.

Quando scrivo i miei testi, cerco di dire cose che non sono mai state dette o ascoltate prima, nella maniera che mi risulta più sincera. Mi piace anche scrivere testi che possono essere interpretati da chi li ascolta nella maniera a loro più vicina, così che ognuno può copiare e incollare le proprie emozioni all’interno della canzone

Oltre che del profilo estetico, si direbbe anche della musica di Dapperton che tutto sembra un cortocircuito. Soprattutto perché il dream pop che ne esce fuori sembra essere frutto di tante cose messe insieme, ma non si capisce bene quali siano. Si percepiscono gli anni Ottanta ma anche i Novanta; si sente familiarità con l’indie contemporaneo ma anche con il rock psichedelico del passato.

Sicuramente, Gus ha una strana verginità, ovvero ha alle spalle, vista anche la sua età, ormai uno sconfinato patrimonio musicale che non è direttamente suo (e della sua generazione), talmente grande che quasi si annulla, perché in questo maremagnum, dove dirigersi? Cosa inventarsi? Allora più che l’innovazione, diventa una capacità fondamentale la rielaborazione. Ma come detto, si tratta di rielaborare qualcosa di vasto e indefinito, così il risultato finale della musica di Gus Dapperton ti fa sempre sorgere un dubbio: è chiaro, riprende qualcosa di noto, ma che cosa? Allora, visto che non se ne viene a capo, bisogna cambiare il punto di vista. Non bisogna tanto soffermarsi sul “cosa” e sul “quando”, ovvero non dobbiamo tanto chiederci a quale epoca e a quali ondate questa musica si ispiri, ma bisogna soffermarci sul “come”. Ecco. Come Gus Dapperton si sta impadronendo dell’eredità delle sue fonti di ispirazione? Semplice, alla maniera di un guasto tecnico, mescolando senza che i macchinari funzionino bene i Beatles a Mac Demarco, King Krule a gli Smiths, e via dicendo.

Ed è questo che ci si aspetta dal primo album di questo ragazzo di fine millennio, e da altri nomi a lui accostabili (balza su tutti Yellow Days): uno scossone enorme, l’offerta non di accendere nuove luci, ma spegnere quelle presenti e far percepire quel che già c’è da nuove angolazioni. Insomma ci si aspetta un grande cortocircuito, un – calza a pennello – grande, nuovo Millennium bug.

Tracce stra-consigliate: I’m Just Snacking, Prune, You talk Funny, Moodna, Once with Grace

Consiglio da amico che gli si darebbeGus, forse è ora che pensi che prima o poi, gli attuali membri che ti accompagnano nei live tra Europa e Nord America, vadano cambiati (ai concerti, Gus Dapperton si esibisce con la sorella Megan alle tastiere e con gli amici Ian O’Neill e Tommy Sibilla al basso e alla batteria.).