Vi siete mai chiesti perché prediligete un certo tipo di musica? O più nello specifico: quali effetti ha il genere di musica che ascoltate sulla vostra mente e sul vostro corpo?

Innanzitutto, quando crediamo di far bene ad ascoltare solo un genere ci sbagliamo, perché ascoltandone diverse varietà potremmo trarne beneficio, sia fisicamente che mentalmente. Ad esempio, ascoltando jazz potremmo avvertire un senso di relax, specialmente se con esso sono combinati suoni della natura, tra cui, ad esempio, scrosci di cascate e fulmini. Questo perché il jazz aiuterebbe a creare onde cerebrali di tipo alfa; avrebbe, quindi, su di noi, un fortissimo effetto calmante.

Il metal contribuirebbe al rafforzamento dell’autostima e del senso di appartenenza, sin dalla più tenera età. Ciò è stato dimostrato da uno studio della californiana Humboldt State University secondo cui i fan del metal avrebbero, in generale, meno rimpianti e sensi dei colpa, rispetto al passato, delle altre persone.

E la musica classica? Rilassante e calmante, e anche un ottimo toccasana per la prevenzione di atti criminali. A testimonianza di ciò, l’effetto che ebbe l’utilizzo di questa in una dozzina di stazioni ferroviarie londinesi nel 2003: una riduzione del 37 % per il vandalismo, del 33 % per quanto riguarda le rapine e del 25 % per aggressioni fisiche allo staff. Niente male.

Il rap, invece, aiuterebbe a superare la depressione, secondo quanto acclarato da ricercatori dell’Università di Cambridge. Il rap sarebbe infatti di grandissimo e decisivo aiuto per persone affette da depressione o, più in generale, problematiche psichiche.

La musica pop e rock ci darebbero invece la carica giusta per la nostra sessione quotidiana in palestra: l’ascolto di questi generi durante un’attività aerobica avrebbe addirittura un (riscontrato) effetto positivo sulla performance. Per curiosità, provate ad ascoltare gli ABBA mentre correte sul tapis roulant. Ed infine, se volete essere gioiosi, una bella dose di country.

Per musica rock e/o metal non intendiamo anche loro, vero?

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