Tra gli artisti che abbiamo avuto modo di conoscere meglio durante il nostro tour spiccano sicuramente i Coma Cose, una coppia di artisti di Milano, molto bravi e innamorati pazzi – della vita e della musica che fanno. Scioltissimi sul palco del Mish Mash, li abbiamo rivisti anche a Color Fest, dove hanno fatto furore, scatenando il pubblico con i loro pezzi ed il loro urban-style inimitabile: li abbiamo incontrati spesso, così tra alcuni scatti delle nostre Kodak, birrette e qualche chiacchiera, ci hanno parlato un po’ di loro, della loro musica e di come se la stanno passando in questo periodo. Ecco cosa ci hanno raccontato Fausto e Francesca.

1 • Come nasce il vostro duo?

Per caso. Parlando del più e del meno abbiamo scoperto avere molte affinità musicali e dopo un po’ di esperimenti siamo riusciti a cucire un sound che ci rappresentasse appieno.

2 • Cosa c’era prima di Coma Cose? Chi eravate? Ma soprattutto: come è cambiata la vostra vita ora?

Eravamo un po’ allo sbando… al di là del lavoro da commessi, la necessità di uno sfogo creativo ha acceso la miccia. Ora siamo sempre in viaggio, sia nell’evoluzione musicale che fisicamente, quest’anno abbiamo macinato migliaia di chilometri.

3 • Quali sono i pregi e i difetti dell’essere una coppia che performa insieme?

Tra i pregi c’è sicuramente l’intesa… il difetto è che la parola intimità ora è per noi un concetto molto relativo anche se alla f ine riusciamo sempre a trovare dei momenti solo nostri per ricaricare le pile.

4 • Da dove viene il nome Coma Cose?

Dalla voglia di esorcizzare il coma in cui vivevamo prima di partire con questo progetto.

5 • Se non viveste a Milano, in quale altra città scegliereste di abitare?

Sicuramente a New York, oppure su un’isola deserta.

6 • Raccontateci come nascono i vostri testi: scrivete insieme?

È un gigantesco puzzle, non c’è una ricetta esatta, succede che un giorno tutto combacia e si va a registrare.

7 • Potendo scegliere chiunque, sia nel panorama italiano che in quello internazionale, con chi vi piacerebbe collaborare?

In Italia con De Gregori visto che è il nostro rapper preferito. Per quel che riguarda l’estero, la lista sarebbe lunga ma pensiamo che gli idoli debbano rimanere tali.

8 • Qual è il messaggio che vorreste riuscire a trasmettere attraverso i vostri pezzi?

Liberatevi da tutti i preconcetti e non appartenete a nulla tranne che a voi stessi.

9 • Da dove pensate arrivi la vostra ispirazione artistica?

Dalla vita di tutti i giorni, dalle piccole cose, dai ragionamenti cosmici.

10 • Consigliateci tre canzoni che vi piacciono da mandare in radio

Ghost Town di Kanye West
See You Again di Tyler the Creator
Santeria di Pusha T

di Giorgia Salerno