La fruizione della musica ha vissuto e vive trend diversi, che ne hanno spesso anche cambiato i paradigmi. Sono lontanissimi i tempi del walkman, quelli delle musicassette prima, e dei cd poi.

Sembra però che quello che è il modo più utilizzato al momento per ascoltare la musica sia anche quello che potenzialmente rende più tristi i fruitori.

Stando a quanto viene riportato dalla Audio Engineering Society, una società che si occupa di audioscienze fondata negli Stati Uniti nel 1948 e che vanta la collaborazione di scienziati da più parti del mondo, sembra che l’mp3 e i formati digitali di bassa qualità rafforzino le nostre reazioni negative, come rabbia, paura o timore, indebolendo quelle positive. Per cui è forse il caso di prestare attenzione al bitrate di compressione dei file che vogliamo ascoltare, visto che maggiore sarà la qualità, minore sarà la possibilità di diventare aggressivi.

Gli effetti della compressione dei file, quindi, secondo lo studio, generano reazioni emotive più o meno considerevoli nei soggetti, ed è tutto riportato nel loro studio intitolato “The Effects of Mp3 Compression on Perceived Emotional Characteristics in Musical Instruments” che potete trovare in pdf seguendo questo link.

Aveva quindi ragione quel vostro amico che rabbrividiva nel vedervi scaricare le canzoni da Youtube.

Per quanto ci riguarda vi consigliamo per questo Natale di regalarvi la versione premium di qualche servizio di streaming online insieme a delle cuffie decenti.