Affrontando cerebralmente i primi minuti del terzo album dei My Bloody Valentine subito si pensa al ventennio che è passato dall’uscita di Loveless e di m b v e al fatto che sembrano non essere cambiati di una virgola. Ci si può indignare per questa immobilità artistica o si può additare malignamente la furbizia di Kevin Shields, rimasto fermo per due decenni ad aspettare che lo shoegaze tornasse in auge così prepotentemente, per insinuare poco per volta una delle più massicce dose di hype della storia musicale. Tuttavia di immobilità artistica non si può proprio parlare: m b v è un crescendo continuo che trasporta (pur rimanendovi solidamente ancorato) dalle sonorità di Loveless alle nuove dimensioni della sperimentazione di Shields, che si conferma il più spietato manipolatore chitarristico della storia. Serviva davvero aspettare ventun’anni? Probabilmente no, ma anche questo ritardo contribuisce al fascino dell’album, furbizia o non furbizia.

Basta solamente l’opening track She Found Now a dissipare ogni malignità o indignazione facendo rivivere vent’anni dopo i migliori My Bloody Valentine: il brano è l’ideale seguito di Sometimes e funge da ponte tra Loveless e m b v, trasportando l’emotività struggente del primo nell’ultimo, in una quantità tale da soppesare anche i momenti più freddi e sperimentali. Il cantato sensuale di Bilinda Butcher in Only Tomorrow riporta in vita l’erotismo soffuso di Isn’t Anything, mentre Who Sees You vede il ritorno delle glide guitar di Shields in uno dei momenti migliori del disco, facendo rivivere ancora una volta il fascino e l’epicità eterea di Loveless. In questa prima parte dell’album abbiamo quindi il consolidamento del suono dei My Bloody Valentine nel Terzo Millennio, rivisto con una pulizia sonora che non sminuisce il micidiale wall of sound, anzi lo esalta regalandogli nuova profondità. Si rivive il 1991 e contemporaneamente si vive il presente, chiarificando una volta per tutte l’estemporaneità dei My Bloody Valentine e facendo dimenticare i ventun’anni e tre mesi passati dall’ultima volta.

I primi segnali di un vero cambio di direzione si avvertono con Is This And Yes, in cui gorgheggi della Butcher sono sospesi in un tappeto sonoro fatto di organetti elettronici che vanno incontro a una miriade di soluzioni armoniche incompiute. If I Am è una dolce pop song immersa nell’onirismo sensuale della Butcher, mentre più sotto le glide guitar di Shields vengono filtrate da un uso mai così marcato del wah. Tra basso pulsante e campionamenti sintetici New You segue la strada tracciata da Soon, che già nel 1991 lasciava intendere un futuro affine alla musica dance per i My Bloody Valentine: si è quindi definitivamente in territori post-Loveless.

In Another Way prosegue sullo stesso sentiero, diventando il brano più rappresentativo per questa nuova fase della band, tra glide guitar e vocalità eteree che si danno il cambio con synth pad atmosferici e delay chitarristici atonali in una dimensione ultraterrena sospesa sulle distorsioni di una batteria che sfocia in aggressive influenze elettroniche, sbocciando in Nothing Is, il brano più folle del disco: un loop di chitarra quasi noise punk sale in un crescendo di batteria che sembra preannunciare un esplosione e invece si spegne nel nulla. Ci si deve ancora riprendere da una tale commistione di genio e inascoltabilità ed ecco che inizia Wonder 2, ultimo brano del disco sovrastato da un white noise flangerato senza pietà, quasi fosse un razzo pronto a partire, mentre più sotto un disarmonico wall of sound è in balia di una drum machine schizofrenica che procede irrefrenabile.

Finisce così m b v, lasciando a bocca aperta e con le orecchie doloranti, il tanto agognato terzo album dei My Bloody Valentine. Dare un seguito a Loveless era la cosa più rischiosa in assoluto e sarebbe stato molto più semplice lasciare incompiuta la storia dei My Bloody Valentine. Kevin Shields ha scelto la strada più rischiosa, pur prendendosi il suo tempo, e ha sfornato questo terzo disco.
Un dischetto deludente, assolutamente non è al livello dei due predecessori. Loveless era la perfezione assoluta. Isn’t Anything non lo era per un soffio. m b v è invece solo un altro capolavoro.

Tracce consigliate: Who Sees You, New YouIn Another Way, Wonder 2.