Di presentazioni l’Ypsigrock, almeno da noi, ne ha avute anche abbastanza. La sedicesima edizione, questa del 2012, è quella che vede i cervi a Castelbuono per la prima volta, in primissima TV su Deer Waves.

Parlare della Sicilia fa bene alla mente e alla salute, impostare una settimana che preveda la partecipazione all’Ypsigrock ed il resto della settimana di pieno chill sulle spiagge sicule ha un bel sapore.

Per non girare attorno a tante cose di cui credo vi freghi relativamente poco, arrivo al dunque: Ypsigrock 2012, forse il festival dell’anno in Italia, molti hanno criticato il fatto che un festival così si svolga nell’estremo sud, per gli stessi sarebbe stato meglio farlo in uno di quei crocevia italiani che possono convogliare gente un po’ da ogni posto. Il fatto che il festival in questione si svolga annualmente in una cittadina così deliziosa come è Castelbuono, in una regione così unica come è la Sicilia, non può che essere una cosa bella.
Annualmente assistiamo a n concerti a Milano, a n-1 a Bologna, n-2 a Roma, e n-∞ al sud. Quindi c’è ben poco da lamentarsi per chiunque in questa occasione.

Il weekend che è andato dal 10 al 12 agosto ha avuto un unico protagonista nel campo musicale in Italia, l’Ypsigrock, che ha presentato, come sempre, una formazione di band assolutamente d’avanguardia,  band per le quali a volte le organizzazioni di eventi musicali in Italia arrivano un po’ seconde o terze o anche quarte dietro la Somalia.

10 agosto – giorno 1

Il primo giorno è quello che innanzitutto impieghi per capire dove cavolo si svolge il festival.
In auto Phoenix, DIIV e Passion Pit ti accompagnano attraverso curve e curve e curve e salite poi ancora un po’ di curve poi un paio di salite poi magari se hai mangiato e bevuto come si deve un po’ hai voglia di sboccare se sei seduto in the backseat come Régine Chassagne ma non ero seduto dietro quindi di questa cosa non sono poi così sicuro.
Parcheggiata l’auto sei a piedi e lì ancora sali e sali un po’ tra stradine e salitine ma vi assicuro che l’Ypsigrock non si tiene sull’Etna perché in fondo all’ultima salitina si intravede la luce, e raggiunta quella sei ai piedi del castello di Castelbuono, e all’interno delle sue mura stanno già suonando gli Of Montreal e capisci che sei in un ritardo bestia. A dire la verità hanno proprio finito.
Ok, i Trust non c’erano in quanto avevano precedentemente annullato il tour, quindi non ci resta che stare lì ad ascoltare Stephen Malkmus & The Jicks.
Il live è frizzante, tanti fan abbastanza addicted ma il tutto alla distanza la situazione diventa piuttosto moscia. Chiaramente i gin lemon non ti aiutano a razionalizzare bene però meno male c’erano loro.
Il ritorno è in salita seppure fosse in discesa, dopotutto.

11 agosto – giorno 2

È sabato e la situazione comincia a farsi cocente. Shabazz Palaces, We Were Promised Jetpacks, e Fuck Buttons.
La gente c’è, sebbene in stanze segrete mi venga confidato che rispetto agli anni precedenti sia un po’ in calo. Pubblico variegato, hipster sparsi bene che provano a mimetizzarsi tra semplici curiosi e altrettanti poco curiosi ma che ci sono comunque perché la musica fa sempre bene.
Chiaramente e davvero a malincuore perdo gli Shabazz Palaces per una serie di circostanze futili che potrebbero rasentare il quieto vivere della giovane popolazione contemporanea, ma appena arrivati vedo facce già viste che stanno per invadere il palco.
Ecco gli scozzesi accordare i loro arnesi, We Were Promised Jetpacks pronti a scatenare la propria potenza quasi intenti a voler far lievitare arancini. La voce di Adam non cala mai, il ritmo è alto e la potenza tanta. Da Quiet Little Voices a Human Error, è un’apoteosi. È indicativo averli visti quasi 8 mesi fa in un locale tanto piccolo quanto storico nel nord dell’Europa e notare che dal gelo all’afa i 4 ragazzi di Edimburgo sono uno dei live più completi a cui possiamo assistere oggi.
È difficile mettere tutto da parte per essere pronti al live dei Fuck Buttons, ma ci si riesce bene. I due bravi ragazzi salgono sul palco senza esitazioni pronti a creare un mondo parallelo all’interno di quelle mura poco minimaliste ed al passo con i tempi. L’atmosfera che riescono a portare è davvero unica, Olympians provoca formicolii interessanti, Surf Solar ti illude, pensi davvero stiano arrivando tanti UFO per portarti su quell’altra dimensione che tanto brami, però niente, quando tutto finisce hai il pensiero  che un giorno vedrai piovere rane e sarai lì pronto ad assistere allo spettacolo.

12 agosto – giorno 3

L’epilogo dell’Ypsigrock è quello che tutti aspettano con trepidazione, la tempestività con la quale l’organizzazione ha annunciato gli Alt-J (che sono stati in grado di fare un album che ha il sapore del pane tostato e nutella la mattina) è stato un segnale importante, così come per i Django Django, band che (anche per questioni di paura riguardante il rapporto costi/ricavi) ancora nessuno aveva portato nella terra di Dante e della pizza.
In scaletta ci sono subito gli Alt-J: li vedi salire, 4 ragazzi che sembrano trovarsi lì quasi per caso, tra sorrisi quasi imbarazzati e un po’ di timidezza iniziale. Ogni cascata di applausi tra una canzone e l’altra è un’occasione che svela gli sguardi che si scambiano tra di loro, quasi a volersi dire “sta succedendo davvero?“. Il live è bello, volendo usare una parola davvero semplice: An Awesome Wave più Hand-Made pezzo che nell’album non c’è, ma di questo non ce ne peniamo. Ascoltare e vedere e sentire dal vivo alcune delle canzoni che da qualche mese ci hanno davvero impressionato ti fa chiudere in un mondo tuo, a stretto contatto con tutti i Tessellate e tutti i Dissolve Me e tutti i Taro e tutti le Matilda del mondo. Questi ragazzi hanno fatto più di quanto loro stessi credono, e se ne stanno accorgendo.
Da Leeds si torna ad Edimburgo: Django Django, l’atmosfera si elettrizza, Storm e Wor e Waveforms, si salta e si balla, tantissima energia nell’aria che puoi quasi toccare, l’euforia è generale e non sbagliano mai, recitando con un’aria quasi supponente, ma alquanto giustificata.
Amici l’Ypsigrock è finito, non so perché ai Primal Scream (ultimo atto del festival) mi sia ritrovato lì sotto al palco a fare macello e a tratti anche a pogare, cioè forse lo so, di sicuro so che faceva tanto caldo e che qualche band da fottesega c’era anche lì a Castelbuono. Una di queste erano proprio i Primal Scream.

Potremmo parlare di tutte le belle cose che ci sono in Sicilia ma non lavoro né per Giallo Zafferano né per Linea Blu.
Se Deer Waves vi dice che l’Ypsigrock ha passato il test quasi a pieni voti, voi dovete crederci sulla parola, o giudicare di persona se ancora non ci siete stati.
Un anno passa presto, speriamo in tante sorprese per il prossimo.