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Con Annie Clark funziona così: non le si può resistere.

Poterla vedere dal vivo è ogni volta un’esperienza irrinunciabile. In ogni sua esibizione St. Vincent è in grado di tenere in pugno il pubblico grazie al suo carisma, incantando con il suo puro magnetismo, pietrificando con la sua sola presenza. Sì, è così, Annie Clark ha questo potere.

Non appena si accendono le luci sul palco dell’Alcatraz, la sua bellezza lascia senza fiato: una regina aliena proveniente da un pianeta ancora a noi poco conosciuto. Ne è passata di acqua sotto i ponti dall’ultima volta che si è esibita a Milano. Tante ne ha fatte (una su tutte lo sposalizio artistico con David Byrne) e molte cose sono cambiate nell’estetica e nella musica di Annie. Già due anni fa, per il tour di ‘Strange Mercy’, aveva fatto perdere la testa ai pochi presenti, che si erano trovati davanti una Biancaneve ipnotica, pelle di porcellana e labbra rosse, e dall’emotività spigolosa come la sua chitarra.

Oggi St.Vincent è un’altra, trasformista nel midollo, e in questa nuova fase della sua carriera la sperimentazione non ha quasi più limiti. Si presenta con i suoi lineamenti perfetti, una bambola dal fascino indiscutibile, discendente diretta di uno Ziggy Stardust col quale condivide la passione per il retro-futurismo e l’avanguardismo pop. Stasera è qui per presentare all’Italia il suo ultimo omonimo lavoro, un disco che ha convinto proprio tutti e che dal vivo rivive sotto una nuova forma ben amalgamata al resto della scaletta. Così, tra i capisaldi del suo repertorio St. Vincent si erige a maestosa divinità su podi di plexiglass rosa (‘Cheerleader’), si lascia andare a deliri libidinosi (‘Your Lips Are Red’) e si avventura in tortuosi labirinti sonori (‘Surgeon’).

Tanti i brani dall’ultimo album, e proprio tra questi spicca ‘I Prefer Your Love‘, solenne come la ‘Nothing Compares To You‘ che Sinead O’Connor non ha mai scritto. Accompagnata da una band che asseconda la macchina celebrale e precisa del suo live show, Annie porta avanti uno spettacolo studiato e calcolato, senza mai peccare di innaturalezza o fredda rigidità. Nelle poche divagazioni che si concede, inscena dialoghi teatrali, tra ghirigori verbali e ragionamenti stralunati che cercano sempre un punto di condivisione tra lei e il suo pubblico, curioso, divertito, spesso esterrefatto.

St. Vincent è diventata un’icona di stile, di eleganza, un concetto di contemporaneità. La sua ricerca sfocia anche nell’uso geometrico che fa del suo corpo, scandito da movenze robotiche. Ma è quando imbraccia la sua fida chitarra elettrica che Annie Clark desta nel pubblico sussulti di estasi, tra bellezza sonora e pura sensualità. La sua esile fisicità è al tempo stesso dirompente e rigida, statica ma sempre presente. Il pubblico è qui per ascoltare e godere di questo rito divinatorio. Una sacerdotessa che può risultare distante ma che in realtà è solo poco terrestre.

Giunta all’inchino finale, è con il suo sorriso sincero e soddisfatto che Annie Clark scioglie quel ghiaccio magnifico e scintillante che ha congelato gli occhi dei presenti per un’ora e mezza di pura bellezza. Con questo concerto St.Vincent si conferma entertainer sofisticata e nel pieno del suo cammino artistico. Non resta quindi che sperare di rivederla presto per rimanerne ancora folgorati e innamorarsi della sua prossima nuova veste.

Vid. by Alberto Brumana