Poche cose sono certe nel nostro paese come il Concertone del Primo Maggio, evento che in sè racchiude altrettante certezze (musica oscena tutti gli anni e pubblico da centro sociale caduto in rovina). Le milioni di persone che inzozzano Piazza San Giovanni tutti gli anni sono ormai una caratteristica del Concertone, perché è il pubblico (ancora prima dei grandissimi artisti) la forza di questo immancabile evento.

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Giovani che per un giorno si lasciano i problemi alle spalle (e a giudicare dai volti, sembrano averne tanti) per scatenarsi al ritmo della musica salentina (che non stanca mai, ma proprio mai).

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Giovani che esprimono la propria ribellione scrivendo slogan (di cui non conoscono neanche il significato) su di una maglietta.

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Giovani di cui non si capisce cosa cazzo gli passi per la testa…

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Giovani che tutti i telegiornali amano definire il popolo del rock n roll (e a giudicare dalle foto, la definizione calza a pennello).

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Ma il Concertone è anche integrazione (un indiano con le mani alzate senza le rose), puzza di ascelle e quel dolce odore di Tavernello che emanano gli aliti di un po’ tutti i presenti….

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…e l’immancabile bandiera del Che (che due coglioni).

Poi c’è la musica, che mi rendo conto rischia di passare in secondo piano di fronte allo spettacolo del pubblico di Piazza San Giovanni, ma che è comunque protagonista.  Se qualche ignaro turista fosse passato per caso in zona, si sarebbe domandato perché mai il festival della musica salentina si svolge in piazza a Roma, perché solo in un festival 100% salento possono trovar spazio gruppi come i CRIFIU. Ad ascoltare le loro canzoni viene voglia di morire, ma gli organizzatori hanno pensato bene di fargli aprire il Concertone. Pugni alzati e la solita retorica che tanto piace al pubblico (non pagante) in piazza e a casa.

Vi chiederete come questi scappati di casa siano potuti finire sul prestigiosissimo palco del Concertone. Ci sono arrivati come finalisti di un inutile festival dedicato alla musica emergente italiana. Insomma se lo sono meritato, ci si chiede però cosa abbiano fatto i presenti in piazza (e chi seguiva il Concertone da casa) per meritarselo.

Il Concertone è proseguito all’insegna dei gruppi emergenti, con i lucani Aeguana Way. E sì, tranquilli, fanno sboccare anche loro. A questo punto la piazza avrebbe dovuto svuotarsi, per capire perché la gente non è scappata vi rimando alle foto iniziali. Dopo un gruppo che ha fatto vergognare la lucania intera, è toccato ai sardi Almamediterranea rendersi protagonisti, i cagliaritani hanno infatti avuto l’originalissima idea di presentarsi sul palco così:

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Ma lo spazio per i gruppi emergenti non è finito (purtroppo) con questa esibizione, dopo di loro infatti è toccato a Le Metamorfosi. Il chitarrista si è presentato sul palco con un cartello in faccia con un punto di domanda, cosa che piace sempre molto al popolo di Piazza San Giovanni (il gruppo impegnato che si pone delle domande). La protezione civile avrebbe dovuto chiudere il Concertone a questo punto (in segno di decoro), invece la kermesse comunista è andata avanti con gli alternativissimi Honeybird and The Birdies, grazie ai quali sembrava proprio di essere a Woodstock. La parte del Concertone dedicata ai finalisti dell’1M Festival, si conclude con un gruppo che ha come cantante un demente (lo so che non è una grossa indicazione, visti i precedenti gruppi): i Toromeccanica. Uno di quei casi in cui è difficile decidere se fanno più schifo le canzoni o chi le canta.

Dopo aver dato il giusto (‘sti cazzi) spazio ai giovani emergenti, il Concertone prende una svolta multietnica con Enzo Avitabile e i Bottari.

Enzo Avitabile e i Bottari

 

Un gruppo storico, che ha partecipato al Concertone migliaia di volte. Memorabile l’esibizione del 1999, assieme a un venditore di avorio che fa sembrare comprensibile persino la lingua inventata dai Sigur Ros.

Difficile il compito per chiunque fosse venuto dopo di loro, infatti gli organizzatori hanno pensato bene di metterci quel gruppo di vecchi tossici-indipendenti di Pinerolo

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Il trittico di artistoni che seguono sono da urlo: Marta Sui Tubi – I Ministri – Motel Connection. Vi viene in mente qualcosa di più abominevole in sequenza sullo stesso palco? Se non vi viene in mente niente, urlerete sicuramente dopo aver visto questo clippino .

La gente (in piazza e a casa) continuava a ripetere Il Concertone! Il Concertone!, da nessun’altra parte si possono infatti vedere tanti artistoni alternativi tutti assieme. Renzo Rubino ce l’abbiamo solo noi, tanto per dire. Ma purtroppo anche Marco Notari 

Come ogni Concertone che si rispetti, ci vuole il gruppo o il singolo artistone che compie un gesto che deve far discutere. Quest’anno è toccato al Management del dolore post-operatorio, che ha fatto tanto clamore mostrando un preservativo come fosse un’ostia (se i loro genitori li avessero usati, oggi in Italia ci sarebbe un gruppo di merda in meno, ma tant’è).

Vi risparmiamo Giovanni Sollima e i 100 Violoncelli, ma non l’Orchestra Rock Del Primo Maggio. Per farvi capire la grandezza del gruppo assemblato per l’occasione dal compositore Vittorio Cosma, vi facciamo solo qualche nome che vi farà urlare sicuramente: Boosta, Federico Poggipollini, Federico Zampaglione, Niccolò Fabi e ci fermiamo a Colapesce perché è onestamente troppo. Sarete sicuramente curiosi di sentire cosa sono riusciti a partorire questi incredibili musicisti, vi accontentiamo con questi video: 1 – 2

La novità di questa edizione è che, stranamente, non sono stati invitati Caparezza e i Sud Sound System (e neanche Pierpaolone Capovilla a cantare Compagna Teresa) ma non preoccupatevi perché Max Gazzè e Daniele Silvestri erano presenti. Elio e le Storie Tese sono forse gli unici che si salvano, mentre Vinicio Capossela avrebbe bisogno di qualcuno che lo salvi sul serio. Al Concertone dei comunisti non poteva mancare Cristiano De Andrè, di cui fortunatamente non esistono video.

Per chi, come noi, sognava di vedere (e sentire soprattutto) i Sud Sound System suonare Beddha Carusa, si può consolare comunque col video con cui ci congediamo da questo report (è sempre più bello Nandu Popu, non è vero?)