Avete presente dove si trova piazza Verdi a Bologna? Si trova a metà della via storica del capoluogo emiliano, via Zamboni, centro universitario di rilevanza internazionale. Un posto fico come si deve. Ecco, io sono andato a vedere Dario Brunori e i suoi compari martedì 10 luglio, proprio in questo posto.
Intanto, già che organizzi, tu comune di Bologna, un concerto in una zona accerchiata dalla ZTL e non mi dai la minima indicazione per trovare un parcheggio anche solo relativamente comodo, obiettivamente, dovresti morire. Però niente, si fa come si può, si parcheggia su un tombino di fronte a dei lavori in corso a circa 2 km da piazza Verdi e ci si incammina. Entrati in via Zamboni (pensa te) echeggiano eco di percussioni: il concerto era già iniziato; il che è curioso dato che eravamo a Bologna alle nove meno un quarto e siamo arrivati a vedere Brunori in faccia alle dieci e un quarto. OK OK, questa non è una recensione sulla viabilità bolognese, parliamo di cos’è successo martedì. Ecco, io in nessun’altra occasione nella mia vita sono riuscito a vedere piazza Verdi così piena, ma non era semplicemente piena, strabordava gente da ogni vicolo e vicoletto, tanto che la parte di via Zamboni di fronte al palco continuava a riempirsi di volti più o meno hip, più o meno universitari, più o meno eversivi, più o meno la solita gente che fa il dams. A occhio, con alcuna volontà d’esagerare, martedì, alle undici, in via Zamboni/piazza Verdi, c’erano tre / quattromila persone. E niente, Brunori è sempre Brunori, mi ricordo che una volta andai a vederlo in un arci a Carpi una sera in cui nevicava tanto e c’eravamo, io, il mio amico, due tipe, uno sbronzone e i baristi. Di quella serata mi colpì l’eleganza e la gentilezza di Dario che appena entrato mi offrì del vino come se fossi un suo amico o un suo collega; e martedì in piazza Verdi nonostante ci fossero un pelo di persone in più si avvertiva comunque l’eleganza e il savoir faire del cantautore italiano che non solo ha messo su un grande show con tanto di bis ed encore, ma ha intrattenuto il pubblico come un grande show man, quasi un comico di classe, e nonostante fossi a conoscenza di queste sue doti è sempre un piacere andare a uno dei suoi concerti. Martedì poi il pubblico era uno spettacolo aggiunto, canzoni urlate come neanche a Campovolo, Paolo e Guardia ’82 diventano quasi karaoke, Rosa, ultimo singolo, trascinante come una canzone rock e Brunori ti lascia un ricordo bellissimo, in un posto bellissimo, come se fosse la cosa più naturale di tutte concentrare tremila ragazzi dai venti ai venticinque anni in una sola piazza. Ci vediamo alla prossima Brunori.