Mai mi sarei aspettato che per il ritorno in Italia di Anna Calvi a Bologna in un luglio tra i più caldi di sempre potesse esserci così tanta gente a vederla, considerando che siamo arrivati alla sua quarta tournée italiana con solo il disco d’esordio in. Vicolo Bolognetti invece è bello imballato come non avevo ancora visto durante la stagione estiva, segno che molta gente se l’era persa l’anno scorso oppure semplicemente in tanti sono tornati a vederla; data la prestazione propenderei più per la seconda ipotesi.

Incipit descrittivo sulla Calvi – Anna si presenta coi capelli raccolti dimostrando che la foto apparsa qualche giorno prima all’Hana-Bi non le rendeva giustizia e non è un cesso atomico. Di rosso vestita come suo solito, pantaloni neri a tre quarti e tacco 10 che la slancia.
Vocalmente è impressionante, ha davvero un registro vocale ampio e pieno di armonici come nel disco,  e accidenti se sbaglia un acuto che esegue con una facilità disarmante. Sullo strumento invece mi pare più buffa, specie negli assoli dove ricorda nell’esecuzione Richard Benson. Però il VOX piccino dietro di lei e la Jaguar datata le regalano un sound bello rotondo e tendente al blues, roba da Les Paul ma senza quell’ingombrante aggeggio.

Sul palco ci sono anche un batterista e una percussionista-fisarmonicista, il numero di elementi è esiguo ma sufficiente per regalare un bello spettacolo al pubblico che si apre con l’uno-due del disco Rider To The SeaNo More Words che le serve per scaldarsi le mani per le numerose scale che eseguirà.
Blackout è il brano che riscalda un’atmosfera già bollente di suo, I’ll Be Your Man e First We Kiss danno l’assaggio delle potenzialità vocali che esplodono in Suzanne & I e Desire, i brani che le hanno reputato diverse standing ovations. Ad inframezzare i lavori da studio le cover di Surrender di Elvis, Jezebel di Edith Piaf (nell’encore) e soprattutto Wolf Like Me dei TV On The Radio che non avendo visto la scaletta con cui va in giro da sempre non sapevo eseguisse ogni volta.
Stupenda poi la chiusura con Love Won’t Be Leaving summa di tecnica (un bell’assolo), estetica e classe, in poche parole ciò a cui abbiamo assistito quella sera.