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Non molti saprebbero collocare su una cartina geografica Sesto al Reghena, piccolo paesello in provincia di Pordenone dove già da qualche anno si tiene il Sexto ‘Nplugged e che quest’anno vede tra i protagonisti del festival, tra gli altri, i Bombay Bicycle Club (evento purtroppo cancellato a causa maltempo), Goldfrapp, The War on Drugs Angus & Julia Stone (che siamo qui per raccontarvi). Un appunto DEVE essere fatto sulla location: il palco posto alla base della torre con l’orologio, soprattutto quando comincia a far buio, con i giochi di luce, crea davvero un’atmosfera perfetta per questo genere di live.

La serata inizia con l’esibizione di Johnny Flynn and the Sussex Wit che rimane leggermente spiazzato dal fatto che il pubblico sia seduto (forse unica pecca del Sexto ‘Nplugged) ma che regala comunque un’ottima ora caratterizzata dal suo mix di folk, rock e country. Dopo una pausa dovuta al soundcheck e allo smantellamento degli strumenti salgono sul palco i fratelli Stone accompagnati da tastierista, batterista nerd tirato fuori direttamente da New York e bassista.

L’impronta che il duo australiano riesce a dare dal vivo è qualcosa di decisamente diverso rispetto a quello che si è sentito negli album dove gli arpeggi in acustico facevano da padrone. Qualcosa di decisamente coinvolgente tra distorsioni e riverberi che lascia intatta la natura intima dei pezzi ma ne amplifica l’effetto con una complessità di suono per nulla scontata per questo genere.

La scaletta oscilla tra pezzi vecchi e nuovi: assolutamente da segnalare For You, Big Jet Plane e Living on a Rainbow dove la calda voce di Julia fa da protagonista. Il concerto si chiude con la cover di Bloodbuzz Ohio dei National per aggiungere una ciliegina su una torta che era già perfetta di suo. Tutti in piedi per gli applausi finali a questo duo che avrà sicuramente tanto altro da dire (già dal primo agosto con l’uscita del loro nuovo album) e che speriamo torni presto a farci visita.

Ma un applauso soprattutto agli organizzatori del Sexto ‘nplugged che prendono a coppini tutti quanti dimostrando come non servano grandi nomi, impalcature gargantuesche per organizzare qualcosa che meriti di essere ascoltato e che faccia emozionare davvero.