Trevor Powers è stato, in questi ultimi anni, uno dei personaggi più apprezzati nel mondo indipendente. Dopo un fortunato esordio con The Year of Hibernation e la conferma con Wondrous Bughouse, il giovane cantautore cerca la definitiva consacrazione col terzo disco. Savage Hills Ballroom, questo il nome, arriva dopo due anni difficili per il cantante che deve affrontare la morte di una persona a lui cara. I riflessi di questa situazione sembrano aver inciso inevitabilmente molto sul processo creativo dando vita ad un lavoro più intimo, sia a livello lirico che musicale.

Come molti altri artisti del genere, Trevor abbandona quasi definitamente il lo-fi, col quale si è affermato, per dare spazio ad un lavoro più pulito e orchestrale, riportando alla mente l’ultimo Perfum Genius (emblematica in questo senso la scelta del producer).
La prima cosa che salta all’orecchio è un forte cambiamento nella parte vocale, non più carica d’effetti, ma anzi messa a nudo. Ce ne accorgiamo subito dall’opener Officer Telephone, in cui il falsetto è protagonista di un inizio cauto e dal sapore black, che esplode con schitarrate violente nel finale. La successiva, nonché singolo, Highway Patrol Stun Gun, sembra una tipico pezzo di marchio Youth Lagoon, ma con maggior ritmo ed una voce più pulita. Ma ben presto ci si accorge come questo album manchi di incisività: la maggior parte dei pezzi risultano di buona fattura, un pop elegante ma piuttosto povero in fatto di emozioni. Degni di nota i due brani strumentali Doll’s Estate, sospesa tra ambient e droni e la più classica X-Ray, closer-track  dove tenui note di piano ci trasportano ipnoticamente.

Questo abbandono del lo-fi, come detto all’inizio, è molto di moda ultimamente (basti vedere gli ultimi e recenti lavori di How To Dress Well e Unknown Mortal Orchestra) ma in questo preciso caso non risulta una mossa particolarmente vincente. Youth Lagoon non pare aver trovato la giusta formula in questa nuova dimensione, nonostante il talento ci sia e si vede.
Forse un’evoluzione necessaria, ma da calibrare meglio. Un passo all’indietro probabilmente, sicuramente una consacrazione mancata, ma ci può stare. Il prossimo disco sarà comunque cruciale per la sua carriera, che sembra ormai allontanarsi in maniera decisa dal bedroom pop degli inizi.

Traccia consigliata: Doll’s Estate