5-6-white-lung

Etichetta: Domino
Anno: 2016

Simile a:
Perfect Pussy – Say Yes To Love
Savages – Adore Life
Ex Hex – Rips

Durante gli scorsi mesi si è parlato sovente di “poptimism”, vale a dire quella crescente attenzione che il mondo della critica musicale indipendente ha riservato ad autori spesso ghettizzati nell’infame categoria della “musica commerciale”. Che questo fenomeno non fosse puramente un’invenzione dei media è dimostrato dalla crescente influenza esercitata da questi artisti pop nei confronti di band poco avvezze – eufemismo – a suoni levigati, invertendo così una tendenza decennale. È questo il caso dei White Lung, tornati dopo due anni di assenza, dopo il viscerale Deep Fantasy. Anticipando possibili critiche e obiezioni, la band ha voluto esplicitare questo cambio di direzione, attraverso una lunga chiacchierata sulle pagine del loro sito (con un’intervistatrice di eccezione: Annie Clark).

Paradise è un album che vuole suonare contemporaneo, svincolandosi da paragoni con band del passato; registrato sotto la supervisione del produttore Lars Stalford via Pro Tools, rigettando ogni stilema e velleità da analog-nazi, sembra essere il lavoro della maturità per la band di Vancouver.
Secondo la frontman Mish Way, una pessima abitudine presente nel mondo punk è quella di boicottare gli artisti che cercano di migliorarsi come songwriter, attitudine assente negli altri generi musicali.

Una prima percezione di White Lung 2.0 si avverte subito con il singolo Hungry, che la cantante senza giri di parole definisce come “il nostro miglior brano”: la tendenza più marcata verso la melodia si palesa immediatamente, così come la voce, super patinata rispetto agli standard del gruppo. Fortunatamente la vena punk non è andata perduta, come dimostrano i riff incendiari e il rullante pestato all’inverosimile di Dead Weight; lo stesso dicasi per Narcoleptic: siamo al cospetto degli stessi White Lung di sempre, aggressivi e minimali, ma con una consapevolezza maggiore nella dinamica e nella produzione. Probabilmente la traccia spartiacque è Below, ballad desueta a-la Stevie Nicks che ci rivela un gusto e una delicatezza inedite, pur senza tradire il trademark proprio della band.

Ordunque è lecito parlare di svolta pop per i White Lung? A giudicare dal risultato finale, la risposta è negativa. Pur mantenendo un registro più moderato dovuto anche a vicissitudini personali dei componenti, che ne hanno smorzato i toni,  Paradise resta un lavoro da abbracciare, che farà tirare un sospiro di sollievo a chi aveva da tempo abbandonato un certo tipo di “guitar music”.

Tracce consigliate: Below, Hungry