20140709165029!Cover_of_Weezer's_album_Everything_Will_Be_Alright_in_the_EndEtichetta: Republic
Anno: 2014

Simile a:
Weezer – Pinkerton
Best Coast – Fade Away
You Blew It! – Keep Doing What You’re Doing

Negli ultimi 10 anni Rivers Cuomo (e di conseguenza i Weezer) sembrava essersi trasformato in un novello Benjamin Button: dopo essere partito come timido nerd già maturo negli anni ’90 (quando nerd non era ancora una categoria sociale usata dagli esperti di marketing per vendere montature di occhiali grosse), dagli anni ’00 in poi pareva aver intrapreso un processo di de-maturazione capace di trasformarlo sempre di più in un perfetto wannabe bro. Dischi ottimi da usare come colonne sonore in un festino di un college americano (anche come sottobicchieri, all’occorrenza) come Raditude e Hurley, collaborazioni diciamo particolari con gente tipo Steve Aoki o Lil Wayne, attività da tour operator con la creazione delle Weezer Cruise, copertine che pensi gliele abbia approvate Bocelli, zero canzoni memorabili.

Non si può dire quindi che questo disco nascesse sotto i migliori auspici. Ma ancora prima di far partire la canzone di apertura, guardando la copertina il sollievo è grande, grazie a quell’illustrazione che sembra uscire del Paese Delle Creature Selvagge e che già da sola annuncia che qualcosa è cambiato. E quando poi la prima canzone parte veramente, altra sorpresa: Ain’t Got Nobody suona proprio come i Weezer che, 20 anni fa, hanno conquistato la loro meritata fama. La seconda canzone lo conferma, aprendosi con una confortante lettera di scuse ai fan, in cui Cuomo dice letteralmente “Sorry guys, I didn’t realize that I needed you so much – I thought I’d get a new audience, I forgot that disco sucks” per poi lanciarsi in dichiarazioni programmatiche sebbene sceme tipo il proposito di “rockin’ out like it’s ‘94”.

Passato l’entusiasmo iniziale (che a freddo ci si rende conto derivare prima di tutto dalla sensazione di scampato pericolo), il resto del disco rimane comunque su buoni livelli, anche qualcosa in più se si è veramente loro fan: I’ve Had Up To There restituisce di nuovo quella sensazione di riabbracciare un vecchio amico dopo un periodo in cui scelte avventate vi avevano allontanato, Go Away vede il gradito innesto di Bethany Cosentino dei Best Coast a portare un ulteriore tocco di California, Foolish Father si chiude con quel minuto di coro “Everything Will Be Alright In The End” alla cui felicità è veramente difficile resistere. Anche le ultime 3 canzoni, che insieme costituiscono gli atti di quella che vorrebbe essere una piccola operetta rock, in realtà risultano essere molto meno ridicole di quello che la loro descrizione potrebbe lasciar intendere (rileggiamo: “gli atti di quella che vorrebbe essere una piccola operetta rock”).

Everything Will Be Alright In The End è un disco che ti lascia con un sorriso, che nasce dall’accorgersi di aver ritrovato un gruppo ultimamente smarrito ma che ancora oggi, tornando a fare semplicemente quello che già faceva 20 anni fa, riesce a regalarti canzoni capaci di entrarti in testa per poi lì rimanere.

Tracce consigliate: I’ve Had It Up There, Go Away.