Spero per voi che sia notte. E nel caso fosse giorno, chiudete le finestre.
Vessel vi trascinerà giù nell’abisso più profondo in puro stile Tri Angle, in un buco nero che tutto risucchia, dall’house alla techno, dalla dark ambient all’industrial più sfrontato.
Buio, oscurità, si cammina a tentoni con le mani protese in avanti, i passi riecheggiano come martellate su di un’incudine, cadenzati, ossessivi. Echi spaventosi provengono da chissà dove, si avvertono presenze ostili ma allo stesso tempo accomodanti, in una sorta di confortevole ossimorica tentazione.
Questo è infatti Punish, Honey, già dal titolo un contrasto annunciato, un connubio di cassa pulsante e sferzate industriali che neanche nella siderurgia più rozza di Bristol.
Lodevole poi la scelta di Seb Gainsborough di registrare tutti i suoni nei modi più disparati e originali (nel senso di personali) possibili, utilizzando veri e propri oggetti concreti, alla faccia dei software che ormai tutto possono. E qui mi immagino il buon Seb a tirare mazzate in studio metallo contro metallo, a fischiare nei sonaglini “richiama-volatili”.
Il tutto è stato abilmente orchestrato in un incedere marziale che non annoia mai, nonostante le variabili utilizzate in ogni pezzo siano spesso e volentieri ridotte all’osso.
Red Sex è uno dei pezzi elettronici dell’anno, fa volare altissimo nell’oscurità più immensa con quel riff scordato e dissonante, disagio ed esaltazione, croce e delizia dei timpani. Drowned in Water and Light e Black Leaves and Broken Branches sono due bei pezzi quasi ambient, un po’ più luminoso il primo, funereo il secondo. Kin To Coal smorza il fiato tanto è serrata con quelle percussioni assillanti, Euoi e Anima sono due mine che esplorano territori più techno con ottimi risultati e un ritorno di synth melodici (si fa per dire). DPM ci esaspera infine con arpeggiatori folli.

Tirando le somme Punish, Honey è una vera e propria mattonata, di quelle oscure, tetre, con quel senso di pesantezza dell’anima che solo qualche sporadico sintetizzatore riesce a sollevare, ma mai a spazzare via completamente. Punish, Honey è un’opera ben studiata, concepita e assemblata, che merita senza alcun dubbio più ascolti.
Non se siete tristi però, eh.

Tracce consigliate: Red SexAnima