La musica di Tim Hecker ha bisogno di tempo. Ha bisogno di tempo per essere compresa, per far sedimentare i droni nel profondo, per apprezzare un passaggio piuttosto che un altro quando un orecchio poco attento non noterebbe nessuna differenza. La musica di Tim Hecker ha bisogno di tempo, ma dal tempo esula.

Virgins si propone di riportare l’ascoltatore in quei non-luoghi in cui da sempre avviene la magia.
Prima della release ufficiale ebbi modo di ascoltare alcune tracce di questo nuovo album in sede live, accompagnate dai pezzi simbolo di Ravedeath, 1972. La differenza tra i due lavori era già di primo acchito – come comunque annunciato dai singoli rilasciati qualche mese fa – molto evidente. I nuovi pezzi suonati (seppur pochi rispetto alle vecchie conoscenze), vivevano di un più ampio respiro e lasciavano intravedere una luce, una via di fuga.
L’opener Prism fa rivivere, in parte, quelle atmosfere occluse del predecessore, fungendo da trait d’union con il passato e introduzione al nuovo lavoro. Virginal I (primo singolo estratto) sorprende con il protagonismo di un pianoforte dissonante, orrorifico, sopraffatto solo per pochi istanti dai famosi droni e da inserti di fiati. Radiance è un respiro a pieni polmoni, così come il pianoforte e le melodie della seconda parte di Live Room suonano come un pomposo trionfo sulle malefiche incursioni digitali dei primi minuti. Dopo la reprise Virginal II si apre la seconda parte del disco, mettendo in luce un Tim Hecker “nuovo”.
Si procede dal pianoforte “lineare” di Black Refraction ai droni nordici, polverosi, ma sorprendentemente dolci di Amps, Drugs, Harmonium, arrivando al trittico finale: Stigmata I che soffoca, Stigmata II che dà speranza nel buio con il baluginare di una fiamma digitale, Stab Variations che traccia il sunto della multiformità dei componimenti di Tim Hecker.

Virgins è l’ennesima prova che Tim Hecker rientra oggi a pieno diritto tra i più grandi della musica sperimentale. Un artista che non ha timore di cambiare le carte in tavola, rinunciando molto spesso a quei tratti distintivi che lo avevano portato alla consacrazione finale.
Virgins va a esplorare territori vasti, si fa concreto, ma riesce sempre e comunque a emozionare raggiungendo picchi di emotività difficilmente eguagliabili.

Tracce consigliate: Stigmata II, Live Room, Amps, Drugs, Harmonium