Sarà perché è uno dei generi più pane e salame, sarà perché di solito è suonato da pazzi scoppiati, ma gli artisti garage-rock sono i più prolifici di tutti: oltre al nostro amico Ty Segall (con la Band o senza, non importa), un perfetto esempio di macchina sforna-dischi è quello dei Thee Oh Sees: Floating Coffin è il nome del loro ultimo lavoro – ne pubblicano almeno uno all’anno da 9 anni – uscito il 16 aprile per Castle Face Records.

Il successore di Putrifiers II è l’ennesimo disco importante partorito dalla vulcanica mente del frontman John Dwyer, che sulla scia delle prove precedenti ha saputo mantenere alto il livello del suo songwriting, con la combinazione di melodie quasi mai scontate e l’originale sound psych-garage-lo-fi che ha reso celebre il gruppo.

I Come From The Mountain è il classico pezzo à-la Oh Sees, cazzuto, affilato e muscoloso, mentre Toe Cutter – Thumb Buster lascia spazio ad elementi di psichedelia barrettiana e a stranianti falsetti, accompagnati da un riff trascinato e trionfante di gain & feedback. La title-track prosegue il clima delirante e casinaro, che si acquieta nella riuscita No Spell. In Strawberries 1+2 le tensioni si afflosciano e la velocità dimezza, virando su atmosfere mid-tempo, tra psichedelia e krautrock; Maze Francier restaura la schizofrenica ossessione di Dwyer, che intona laconicamente “nothing inside of me”.

Night Crawler, le sue atmosfere da film horror, è la traccia più oscura dell’LP, mentre Sweet Helicopter è una perla dal tono acido e innervosito; Tunnel Time conferma la svolta dark della seconda metà del disco, che si chiude con la ballad Minotaur, caratterizzata da sonorità più morbide, raramente presenti nel repertorio dei ragazzi di San Francisco.

Forse non siamo di fronte alla miglior prova in assoluto della band, ma Floating Coffin è un album qualitativamente superiore al precedente e molto vicino ai due grandi lavori del 2011, Castlemania e Carrion Crawler/The Dream. Non è da tutti mantenere questo stakanovismo artistico per tanti anni ad alti livelli, e ciò non può che fare onore alla band di John Dwyer: Paganini non ripete, i Thee Oh Sees, per fortuna, sì.

Tracce consigliate: I Come From The Mountain, No Spell.