L’EVOLUZIONE

xx, Coexist, I See You.

2009, 2012, 2017: 8 anni, 3 album, la crescita di Jamie xx, la profondità, accompagnata da una grande maturità, di Romy e Oliver.

Lì dove si possono leggere i 3 titoli dei 3 album studio degli xx, è forse meglio andare a ricercare un percorso, inseguito dai 3 ragazzi di Londra, che punta alla definizione del trio in quanto tale, delle capacità di ognuno di incidere in modo equivalente nel prodotto xx, della dimensione che meglio li rappresenti.

Gli xx si sono ritrovati nel 2009 con un debut album perfetto, che li ha portati out of the blue alla ribalta mondiale. Allo stesso tempo, Jamie provava dal canto suo a crescere in quanto producer solista, collaborando con Gil Scott-Heron in We’re New Here del 2011. Un anno dopo, Coexist, che con un suono rivisitato dal contributo sempre maggiore di Jamie aveva confermato gli xx come fenomeno mainstream. Nel 2015 ancora Jamie con il suo vero e proprio debut album, In Colour, in cui mostra una crescita incredibile, e ora I See You, che porta la band nella dimensione pop che meglio li rappresenta, al momento.

Gli xx hanno voluto (e credo sia sempre stata la loro intenzione) crescere e completarsi in modo progressivo: I See You è una fase della vita degli xx, fase in cui la band è ormai cresciuta, ha conosciuto il mondo, ha fatto le proprie esperienze, e finalmente sa di maturità. Che lo vogliate o no, siamo davanti ad una band pop, seppur con un approccio assolutamente elaborato.

xx, Coexist, I See You sono le tracce con cui gli xx stanno scrivendo l’album della propria carriera.

IL SOUND

Il sound degli xx è riuscito a rinnovarsi costantemente senza mai perdere la propria anima.

Se Romy alla chitarra e Oliver al basso sono la bellissima costante (insieme con i loro testi e il loro cantato impeccabile ed estremamente profondo), Jamie è quello che ha determinato maggiormente l’evoluzione del loro sound.

Il suono del trio inglese è oggi completo, sofisticato, con una produzione eccellente (bravo ancora a Jamie), è fatto di un pop atipico capace di garantire un impatto devastante e, sopratutto, una completezza mai vista prima. Se inizialmente si ammiccava all’R&B, oggi ci si concentra sull’incastro perfetto tra beat, sample, corde e voci, alla ricerca di un suono meno minimale, a tinte dream, ma più elettronico. La formula è cambiata, mai prima di ora avevamo potuto sentire la cassa dritta in una canzone degli xx, mai prima d’ora si andavano a ricercare sample presi chissà da quale brano degli anni ’80, pratica invece comune ad esempio per In Colour, il disco di Jamie.

Scorrendo tra le tracce può sembrare infatti proprio di ascoltare brani di Jamie con feat. di Oliver e Romy, allo stesso tempo, però, sembra di tornare ai primi pezzi della band, quelli capaci di toccare i cuori più caldi con le loro intense corde e i bellissimi topic.

Gli xx non potevano restare quelli di xx, o meglio, avrebbero potuto farlo, ma avrebbero corso il rischio di essere un continuo rimpasto di sé stessi.

L’ALBUM

Se fai partire il tuo disco con un brano come Dangerous, che sembra uscito dritto dritto da In Colour, vuoi far capire subito che qualcosa è cambiato, e qualcosa di importante. Cassa dritta, ritmo alto, e gli xx che fanno muovere la testa: inaspettato, se non incredibile, no? Questi ritmi non si ripresenteranno spesso nell’album, se non con On Hold, brano che racconta di una relazione finita, che si prova con tutte le forze a trascinare, a non far finire: la speranza che possa durare per sempre, la paura di restare senza l’altro, quando ormai tutto è già deciso: “When and where did we go cold?
I thought I had you on hold“. Nel primo singolo estratto da I See You è ricorrente e centrale il sample tratto da I Can’t Go For That (No Can Do), brano di Daryl Hall & John Oates degli anni ’80.

Le emozioni abbondano, e attraverso quelle gli xx si lasciano andare, facendo uscire il proprio lato personale, quello che fa male, quello fatto di sofferenza e difficoltà: Brave For You è un brano delicato, dedicato ai defunti genitori di Romy Madley Croft, la chitarra da brividi e i tamburi accompagnano un testo toccante.

Test Me, chiosa finale dell’album, è un brano al piano in cui si racconta delle difficoltà di Oliver con l’alcool, che lo hanno tormentato negli ultimi tempi, e della conseguente difficoltà per la band di gestire i rapporti interni: “I don’t know where I went wrong. Tell me, should I see someone?”. Sono sopratutto questi i due momenti in cui il trio mostra le proprie vulnerabilità, e mostra di non aver perso la vena emozionale che li ha sempre distinti. Lo stesso tema si ripete in A Violent Noise e Replica, brani scritti entrambi da Oliver: il primo, composto ai tempi del tour per Coexist, riguarda il suo stile di vita fatto di alcool, party, che non riusciva ad abbandonare, in cui lo stesso Sim, scrivendola , si chiedeva “Am I still celebrating or am I escaping?“; la seconda rappresenta un tentativo di sfuggire all’auto-distruzione “Do I chase the night or does the night chase me?“.

I Dare You parla di un tipo d’amore diverso da quello di On Hold: si tratta qui l’infatuazione estrema, di una forte attrazione reciproca, “Now I’m deep in it, infatuated. Strong attraction, side by side, and I know that you want to“. Ritmo regolare scandito dalle percussioni di Jamie e dalle voci dei due a scambiarsi le strofe e poi ad unirsi pezzo dopo pezzo: questo è uno dei pezzi più belli e coinvolgenti dell’album.

L’intimità, la componente personale e privata, è fattore che domina tutto l’album: palese in Lips, brano sensuale che presenta drum tribali ad accompagnare la voce di Romy, che canta della dimensione intima di un rapporto tra due amanti “drowned in oxygen, now you’ve set the scene. High on intimacy, drawing me a bath“; torna in Performance, che sembra uscire dai primi lavori degli xx, con la chitarra a dettare i ritmi e le strofe.

I See You è un lavoro quasi impeccabile: gli xx diventano grandi in tutti i sensi, ma sanno ancora mostrare senza remore il lato più intimo e vulnerabile, cantando delle proprie esperienze e delle proprie sofferenze, riuscendo ad essere ciò che sono sempre stati in modo unico. Con coraggio, si è avviato un processo in cui musica e racconti sono andati in direzioni opposte: la prima ha cercato di aprirsi ad un nuovo orizzonte, i secondi hanno continuato a scavare alla ricerca dell’introspezione, e il risultato è ottimo. Il risultato, e ciò che ci resta alla fine, è che gli xx hanno bisogno degli xx per essere perfetti: Oliver, James e Romy si completano, e sono i motori di una macchina completa.

Se ascoltassimo I See You a scatola chiusa, senza sapere cosa è e da chi è stato fatto, non potremmo di certo confonderci.

Gli xx suonano così, e sopratutto, solo loro lo fanno in modo così bello.

Tracce consigliate: A Violent NoiseI Dare You, Dangerous