Ascoltando ripetutamente il secondo disco dei Wytches, band inglese con sede a Brighton, sono arrivato alla seguente conclusione: se i Radiohead di Ok Computer si fossero spinti verso il grunge e avessero aggiunto al loro pacchetto stoner e garage rock al posto della IDM, sarebbe uscito All Yout Happy Life.

Non sono impazzito tutto di colpo, ma certe soluzioni melodiche e addirittura alcune atmosfere di questo disco non fanno altro che riportarmi al periodo 1995-1997 della band del Oxfordshire. A Feeling We Get, Throned, Bone-Weary, A Dead Night Again ed Home, sono queste le canzoni che ho preso in esame per questo paragone che potrebbe essere solo nella mia testa ma dubito di essere impazzito tutto d’un tratto. Comunque, non fraintendetemi , questa somiglianza è sommersa sotto strati di grassa psichedelia di Black Sabbath-iana memoria e dalle frustate piano-forte di Pixies e Nirvana. La componente surf che aveva contraddistinto i precedenti lavori si affievolisce e lascia presagire un futuro ancor più aspro e tagliente (Ghost House, Crest Of Death), contrapposto alle sempre più numerose e pulite ballate del disco (le, tra l’altro già citate A Feeling We Get, Home, Bone-Weary e A Dead Night Again, le ultime due con una progressione che esplode nel finale).

I Wytches riescono a compattare le idee senza risultare troppo altalenanti, soprattutto rispetto al precedente lavoro formato dai vari EP usciti nei primi anni di vita, l’anacronismo è sempre vivo ma le strutture musicali sono più variegate ed ispirate; canzoni come C-Side potrebbero essere il punto di arrivo di moltissime piccole band inglesi. Il miglioramento che ci attendavamo è avvenuto, ora c’è bisogno dello step successivo per non rimanere intrappolati nell’anonimato.

Tracce consigliate: C-Side, Ghost House