THE-RAVEONETTES-PE-AHI-CDEtichetta: The Orchard Records
Anno: 2014

Simile a:
Warpaint – Warpaint
The Radio Dept – Lesser Matters
Spiritualized – Ladies and Gentlemen We Are Floating In Space

Per la prima volta, e finalmente, riesco a recensire un album che si addice perfettamente al periodo e al contesto. Tanto per capirci: se stai viaggiando in macchina di notte Turn On The Bright Lights è perfetto, e nei tuoi periodi depressissimi ti crogioli in Familiars dei The Antlers, mentre se vuoi farti ancora più male ti ascolti l’ultimo dei Maroon 5, e via dicendo.

Pe’ahi è l’album perfetto per l’arrivo dell’autunno, e ne rispecchia tutte le sue tipiche emozioni: malinconia, malinconia, malinconia (adesso ditemi che è una cosa allegra l’autunno, eh). I The Raveonettes cosi arrivano al loro settimo lavoro confermandoci il loro sound, il mix godibilissimo di indie, influenze shoegaze, songwriting in stile anni ’60, aggiungendo toni più rabbiosi a tutta questa malinconia . La nuova produzione aggiunge sonorità più aggressive e acide, senza però distruggere l’atmosfera creata dal duo, che possiamo definire, con un termine abbastanza abusato, spacey: riverberi che vincono in tutto e per tutto, synth e tastiere che sembrano riecheggiare per kilometri, la voce suadente da miciona di Sharin Foo che arriva da chissà quale spiaggia annuvolata di fine settembre.

Impossibile non pensare a scenari marittimi, con quella copertina dal colore meravigliosamente intonata al mood dell’album e l’incipit iniziale di Endless Sleeper “I’ve sand on my shoes, and death on my mind” (vi sarete accorti del “tributo” a Break on Through dei The Doors).
Le passeggiate in spiaggia con Jason Pierce a fianco continuano per tutto l’album,  se pensiamo ad esempio alla potente forza evocativa di Z-Boys, pronta a trasportarci verso pensieri lontani e  fantasmi del passato, oscurità evidenziate da testi essenziali, introspettivi ed amari.

Sune Rose Wagner si assume grandi responsabilità con la sua bella chitarrona shoegaze: anche qua si parla di echi, suggestioni, suoni da surf guitar ma anche di potenti scariche fuzzose come in Sisters, uno dei pezzi pregiati di questo LP: non saprei da che parte iniziare per descrivervelo. Diciamo, una canzone pop di anni ed anni fa viene presa in ostaggio dai My Bloody Valentine, poi un intermezzo di visione onirica con l’arpa e poi i brividi con l’esplosione di cori angelici e chitarre/synth acidissimi in un sali e scendi di alto livello.
L’altra chicca è il secondo singolo Killer in The Streets: drum machine super nineties che starebbe tanto bene in un pezzo trip-hop, bassline coi controcazzi  e il riff di chitarra iniziale…aspetta, che i The Radio Dept. si siano ripresi? Con una melodia cosi’ perfetta, Sharin riesce a regalarci una delle linee vocali migliori che potesse interpretare.
Da apprezzare verso la fine  anche le due tracce più elettroniche Kill!, bella violenta e riuscita e When The Night is Almost Done, più atmosferica e languidona. Ma sarò sincero, li preferisco meno caotici e più sognanti.

Il duo danese quindi confeziona un buonissimo lavoro, coerente con il percorso intrapreso da qualche anno a questa parte, complessivamente ben riuscito, dove la maggior parte dei pezzi riesce a catturarti con poca difficoltà. Se vogliamo trovare una pecca, è forse la ripetitività delle composizioni e delle soluzioni sonore, ma direi che poco importa.
Se vuoi salutare l’autunno nella maniera migliore, guardarti un tramonto su una spiaggia con gli ombrelloni chiusi, o semplicemente stare li con la testolina e gli occhi verso l’alto, buttati su Pe’ahi senza esitare.
Sì sì, anche tu che sei preso male dalla tua ultima storia d’amore andata in frantumi, non aver paura del coltello in copertina e vieni a tuffarti.

Tracce consigliate: Sisters, Killer In The Street.