La Tri Angle Records è una delle cose più belle che potessero capitare alle persone tristi.
Quest’etichetta, che coltiva da tempo il gusto per l’oscuro, il simbolismo occulto e satana, portata al grande pubblico con le release di oOoOO, Balam Acab, Vessel, Clams Casino, How To Dress Well e forse più di tutti Holy Other, è diventata sinonimo di oggettiva qualità, nonchè meta prediletta per i musicisti che hanno quell’approccio sperimentale e cupo, nonchè, ancora, la gente triste (vedi sopra).
Excavation di Haxan Cloak (nome di battesimo Bobby Krlic) è il perfetto connubio tra sperimentazione e musica scura, in alcuni tratti opprimente, sempre molto intensa nelle atmosfere.
Nonostante Excavation manchi di una struttura ritmica vera e propria, i droni di Haxan Cloak, spesso si muovono su una sorta di beat primordiale a bpm sempre molto bassi, costituito nella maggior parte dei casi da suoni profondi e molto spesso astratti: penso ad esempio all’inquietudine fatta musica di Mara. Solo in pezzi come Excavation (part 1) si può sentire una specie di beat strutturato nella forma kick-snare-hit, i cui citati componenti, comunque, sono stati manipolati in forme molto lontane da suoni classici.
Dieu è forse il pezzo più ritmico di tutto Excavation, nel quale oltre a un beat strutturato si sentono, quasi per la prima volta, frequenze superiori alle medio-alte che per forza di cose risaltano enormemente all’udito, dal momento che appaiono dopo circa quaranta minuti di frequenze bassissime e fiumi di nero.
Excavation è un disco molto intenso e difficile all’approccio, soprattutto per gli ascoltatori abituati e assuefatti a una forma-canzone classica che in questo magnifico LP manca totalmente.
Excavation è bello e affascinante e Haxan Cloak entra di diritto nella stanza dei produttori su cui tenere incollati gli occhi, dal momento che questo album è un lavoro di rarissima bellezza.

Recommended tracks: Mara, Miste, Excavation (part 2)