Fino ad un paio di anni fa Sfera Ebbasta era uno dei tantissimi rapper che orbitavano attorno a Milano: voce adolescenziale, look tamarro, musica orrenda. Oggi è uno degli esponenti di spicco di una scena giovanissima (in Italia) ma praticamente mainstream per diffusione. Il tutto è cambiato in maniera repentina dalla pubblicazione dei primi video (XDVR, Zero, Panette) che hanno raggiunto migliaia di persone e centinaia di migliaia di visualizzazioni, fino all’annuncio dell’uscita del disco sotto Roccia Music. Quello di Marracash è stato però solo il riconoscimento di qualcosa che stava accadendo, una buona mossa di certo, ma Sfera ce la stava già “facendo” da solo – un po’ il contrario di quanto successo a Ghali, che sarà pure rimasto indipendente ma deve la sua notorietà iniziale a dei pezzi orribili fatti sotto l’etichetta di Gué, – ed ha finito per trascinare con sé un bel numero di persone che fino al giorno prima sognavano soltanto di poter fare musica per mestiere. La scena trap non è stata creata ex novo da Sfera, ma è lui che l’ha portata sotto i riflettori. Così, ad un anno di distanza da XDVR, il nuovo disco esce per Def Jam/Universal e tutti – fan e autori,- sono felici.

Sfera Ebbasta è il nome di un duo, o almeno dovrebbe esserlo. Charlie Charles infatti è una costante dichiarata e rivendicata fin dalle prime interviste. Il primo disco era a nome di entrambi, ed è strano che questo invece non lo sia. Charlie sta a Sfera come Sick Luke sta alla Dark Polo Gang.
A dirla tutta, Charlie è il motivo più grosso del successo ottenuto dalla trap in questi mesi. Le sue strumentali non sono nulla di incredibile, ma funzionano benissimo e questo è importante. Quando l’ispirazione manca (Figli di papà è Pop Style annacquata) tutto il resto ne risente.
In questo disco le produzioni continuano ad essere la cosa migliore, per quanto la mancanza di varietà iniziasse a farsi notare già in XDVR.

Cinisello non è il Bronx e fa piacere vedere come siano diminuiti i riferimenti alla criminalità, presente più che altro come una parte di quella vita di strada fatta di microcrimini, piccolo spaccio, moda ostentata e motori. La maggioranza dei pezzi tratta della nuova vita di Sfera, che come altri parvenu prima di lui (Marra, i Dogo, Fibra) non riesce a non risultare autoreferenziale fino allo stremo. C’è un pezzo d’amore (in cui ovviamente si sente “non è una canzone d’amore”) ed il pezzo sul quartiere (BRNBQ), ma perlopiù quello che si sente è una ripetizione di “ce l’ho fatta” in varie salse.

L’unica presenza esterna al duo è quella di SCH, una brutta notizia per chi sperava in una strofa di Izi, rassicurante per chi ne temeva una di Tedua. Sfera si mantiene su dei livelli accettabili fino alla fine, in cui c’è perfino un pezzo senza autotune, sbagliando solo qualche ritornello ogni tanto, ma glielo si può perdonare visto che altri sono invece parecchio azzeccati e coinvolgenti, nonostante la voce trasfigurata da effetti vari.

Sfera Ebbasta è un disco prevedibile, ma che contiene dei bei pezzi e poche note stonate. Non ci sono forzature e tutto va come ci si aspetta, non proprio un passo indietro rispetto a XDVR, ma una brutta mancanza di ambizione per chi dichiara di essere il nuovo. Gli esempi nel rap italiano non sono edificanti e la grossa maggioranza degli ascoltatori non è interessata ad un’innovazione, se non minima, ma se si ha la possibilità e la capacità di farlo bisognerebbe almeno provare a cambiare le cose.

Traccia consigliata: Visiera a becco