Se vi siete emozionati per il cantato in Latch (Disclosure) o in La La La (Naughty Boy) preparatevi, perché quello che vi aspetta in questo disco non vi entusiasmerà così tanto. Sam Smith arriva al debutto con centinaia di migliaia di vendite (grazie alle varie collaboraziobi) e diversi premi alle spalle (su tutti il BBC Sound of 2014): le aspettative sono parecchio alte per il 22 enne d’oltre manica e quello che si spera è che la sua carriera, già piena di successi, sia solo all’inizio.

La musica di Sam è il frutto prodotto dagli ultimi 10 anni di pop (ultra)commerciale made in UK: da Adele ai Blue, da Ed Sheeran a Ronan Keating senza perdere di vista le girl-bands quali Sugabes e Atomic Kitten. Tolta la hit bmore Money On My Mind, la restante mezz’ora trasuda brutto pop melodico da ogni poro. Pezzi piatti e scontati, seppur orecchiabili, guidano l’ascolto del disco che risulta noioso e di basso livello, nonostante la voce di Sam abbia potenzialità praticamente infinite. Perché, appunto, non basta avere una delle migliori voci al mondo in questo momento: serve anche saperla usare e fare musiche originali e sensate (leggasi ascoltare Frank Ocean).

Neanche i singoli di lancio dell’album riescono a migliorare le cose: Stay With Me piacerà forse ai fan degli Hurts e Lay Me Down è un insieme di gemiti e brutti falsetti che esplodono in uno di quei pezzi che suonano le bande di paese la domenica mattina che ti fanno svegliare bestemmiando. In tutta ‘sto marciume Leave Your Lover e I’m Not The Only One, insieme a Money On My Mind, riescono a tirarci su un po’ il morale, ma la frittata oramai è fatta e Sam Smith delude chiunque, tranne la Capitol Records che riuscirà comunque a guadagnare parecchio con questo lavoraccio.

Tracce consigliate: Money On My Mind