Se vi dicessi che Porches si è evoluto moltissimo rispetto al precedente Slow Dance In The Cosmos? Dove prima le chitarre sovrastavano i tappeti sintetici, dandoci un gusto di tipico cantautorato folk, in questo Pool il nostro deus ex-machina Aaron Maine distrugge i classici punti di riferimento rock, portando alla ribalta dei caldi synth contrapposti ad una fredda drum machine, sorreggendo il tutto con un granitico ed ispirato basso funky.

Stiamo parlando di ottimo synth pop, vicinissimo alla crepuscolare italo disco dei Chromatics; non c’é dunque spazio per la spensieratezza e la sensazione che attraversa il disco è di tristezza e intimità. Le canzoni sono rallentate lasciandoci un sapore di vaporwave e rilassandoci con un’avvolgente slow-disco, ideale per i post-serata. Il singolo Be Apart è un inno alla solitudine e alla costante evasione da un’ammaliante noia: “It’s got me so awake/ The darkness hanging/ Black water by my side/ I will go out tonight/ Cause I wanna be apart, I wanna be apart, I wanna be a part of it all“.
In questa traccia a supportare la voce di Aaron c’è la fidanzata Greta Kline in arte Frankie Cosmos, entrambi costantemente presenti nei rispettivi progetti solisti. Greta è presente anche in Hour, un pezzo che parla di masturbazione, atto che avviene nel letto matrimoniale che diventa una “piscina”, e nonostante ciò il pensiero vola sempre verso la propria amata: “In my loner hour/ I turn to my twin bed/ For power/ And like a swimming pool/ Even alone/ It gets me wet and cool”.
La piscina che dà il titolo a quest’opera ha dunque forti tinte sessuali. L’atmosfera perennemente riconducibile ad un’ora tarda, lascia presagire ad un lungo viaggio notturno che si trasforma in un viaggio sensuale tra le lenzuola, in un mix di coccole e amplessi. Le evocazioni di Beach House e Grizzly Bear che giungono alle nostre orecchie non sono poi casuali: alla produzione di questo lavoro c’è Chris Coady, produttore appunto dei sopracitati.

Si vivono i momenti migliori nei singoli, più lavorati e curati rispetto al resto del disco che, nonostante ciò, riesce ad essere compatto e per nulla prolisso; i 38 minuti che compongono questo lavoro scivolano via che è un piacere. Per concludere una dovuta considerazione: il progetto Porches, così come quello di Alex G,  partiti entrambi come progetti bedroom pop lo-fi senza alcuna ambizione, si sono trasformati in tempi relativamente brevi in teste di ponte per lo sbarco in major (in questo caso entrambi per Domino), riuscendo a non stravolgere il loro caratteristico sound “povero” ed aggiungendo il necessario per risultare un lavoro d’ottima fattura ma comunque grezzo e in prospettiva capace di evolversi.

Un disco realizzato in camera da letto che parla della camera da letto.

Traccia consigliata: Be Apart , Hour