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Anno: 2014
Etichetta: What’s Your Rapture

Simile a:
Protomartyr – Under Color Of Official Right 
Fucked Up – Glass Boys
Pavement – Crooked Rain, Crooked Rain

Pavement? Television? Velvet Underground? Si sprecano i paragoni per i Parquet Courts.
Come al solito, è molto diffuso il vizio di considerare qualsiasi band garage rock o post-punk che sia, totalmente derivativa e a volte si finisce per non renderle il giusto merito, sminuendola.
Quindi tagliando corto: è chiaro, gli echi dei grandi pionieri del passato si sentono fortemente, ma non per questo tutti i dischi del genere sono poco originali.
Genere in cui quest’anno, tra l’altro,  abbiamo avuto più di un ottimo disco, ma il nuovo lavoro della formazione di New York si fa preferire in assoluto per maturità e completezza.
Già perché la crescita sia mentale che stilistica rispetto al precedente  è evidente: Light Up Gold era pura esplosione di energia, anima punk, ironico, con canzoni che raramente passavano i 3 minuti, spesso neanche i due. In questa nuova fatica invece gli scenari cambiamo totalmente, o meglio si evolvono: le  tipiche scariche violente della band rimangono, ma vengono centellinate e sprigionate al giusto momento, ogni pezzo è ben orchestrato e il repertorio viene ampliato, fino ad arrivare a ballad romantiche tipo Dear Ramona e a pezzi da 7 minuti come Istant Dissasembly, che dimostrano come sorprendentemente la band si trovi a suo agio anche sul lungo.
La nuova creatura è stata denominata Sunbathing Animal, titolo che poteva essere dato solo un pazzo che vede lo straordinario nell’ordinario: infatti il nome è stato dato dal frontaman Andrew Savage dopo aver visto il proprio gatto stiracchiarsi al sole che filtrava dalla finestra; l’episodio gli ricordò un quadro espressionista e da qui l’ispirazione per l’album.
Dopo questo succosissimo aneddoto, torniamo al lato musicale: come detto sopra, Sunbathing Animal è molto maturo e vario, basti vedere la differenza tra canzoni come She’s Rolling, rude e sporca con fisarmonica bizzosa che non si dà pace per tutto il brano e la più decisa e ritmata Black and White, senza scordarci della opener Bodies Made Of caratterizzata da riff geometrici e lunghi assoli. Sì ok, mi direte, ma l’anima punk che tanto ce piaceva di ‘sti quattro stronzetti della Grande Mela? Tranquilli, come promesso gli episodi punk sono presenti, e si sprigionano violenti come non mai nella title track e in Ducking and Dodging.
Poco altro da aggiungere, grande album, grande band. Colpisce la vastità di influenze che toccano e la naturalezza con cui cambiano pelle ma soprattutto la minuziosità con la quale hanno costruito il disco, in cui tutto è dove dovrebbe stare e funziona come un unico meccanismo, nonostante l’eterogeneità apparente.
Se non sono abbastanza originali per qualcuno ce ne faremo una ragione, personalmente mi godo pienamente questo animale abbronzato.

Tracce consigliate: Sunbathing Animal, Black and White.