Esce il nuovo di Paolo Nutini e milioni di ragazzette perdono subito la testa, immaginandosi già quest’estate sotto il palco di un suo magico live a reclamare uno sguardo ammiccante o qualsiasi altra squallida cosa un suo concerto possa offrire. Solo due mesi fa il nostro caro Paolo ha dato sfoggio di quanto sia orgoglioso di avere il padre toscano, mostrando uno splendido italiano nella sua apparizione Sanremese, deludendo parte di chi pensava che il nome Paolo Nutini si potesse aggiungere a quella lista interminabile di dimenticabili cantautori da strapazzo, da Mengoni Ron passando per Renga e simili. In realtà tutti questi nomi  c’entrano poco e nulla con lo scozzesissimo Paolo, la cui “qualità” musicale forse si colloca mezzo gradino sopra dei citati, soprattutto dopo questo suo ultimo Caustic Love. I tempi in cui Candy spopolava qua e là nelle radio italiane sembrano lontani, e Nutini sembra essersi tolto di dosso quel fare da cantautore da bosco e da riviera capace di mandare fuori dai gangheri una gran fetta del genere femminile. Ma una cosa che Paolo Nutini proprio non riesce a scrollarsi di dosso è quell’inconfondibile caratteristica di un altro nome enorme della musica italiana, che risponde al nome di Jovanotti, e che fa venir voglia di schiaffeggiarlo dalla mattina alla sera.

Ok, in realtà parlare male di Paolo Nutini è piuttosto facile, ma parlare bene del suo ultimo album non è egualmente facile. Partendo prevenuto, ho ascoltato Caustic Love un po’ svogliatamente e inconsciamente cercando quello che non andava, ma ho dovuto parzialmente ricredermi davanti ad un’innegabile maturazione sonora. Filo conduttore dell’album è un sound funky che dona più autorità musicale ad uno che ne ha di certo parecchio bisogno. I fiati di Let Me Down Easy, i timidi synth di Scream (Funk My Life Up), le voce campionata di Superfly, giusto per citarne alcuni, sono tutti elementi che denotano una ricerca musicale che va al di là dei quattro accordi e di un’immagine innocente costruita a tavolino. Ma ancora questo non basta per dire che Nutini ha fatto il salto, in quanto Caustic Love è un album essenzialmente piatto, ripetitivo, composto da 13 tracce che si ripetono e non sorprendono, a volte deludono tremendamente come la cantilena One Day. Sembri essere sulla strada giusta caro Paolo, ma la strada verso la sufficienza è ancora un percorso molto in salita.

Traccia consigliata: Scream (Funk My Life Up)